
Israele torna a colpire Beirut. L'esercito di Tel Aviv ieri ha attaccato un deposito di droni di Hezbollah nel sobborgo meridionale di Dahieh, dove ha sede il Partito di Dio. È il primo raid sulla capitale libanese da novembre, quando è stato negoziato il cessate il fuoco. Le forze di difesa israeliane prima del bombardamento hanno emesso un avviso di evacuazione che ha scatenato immediatamente il panico tra la gente, poi una colonna di fumo nera si è innalzata e sono state evacuate le scuole. L'attacco è avvenuto ore dopo che due razzi sono stati lanciati dal Libano meridionale verso il nord di Israele. Lo Stato ebraico ha intercettato un missile, mentre l'altro non è riuscito ad attraversare il confine. Hezbollah ha però dichiarato di non esserne responsabile. E subito sono partite le accuse reciproche. Tel Aviv ha sottolineato che l'offensiva è stata una «violazione» del cessate il fuoco, ma l'ufficio del presidente libanese Joseph Aoun ha replicato che anche il bombardamento di Israele lo è stata. «La comunità internazionale deve porre fine a questi attacchi e costringere lo Stato ebraico a rispettare l'accordo, proprio come il Libano si è impegnato a farlo», si legge nella dichiarazione di Aoun.
È intervenuto poi pure Benjamin Netanyahu che ha promesso di continuare a colpire in tutto il Paese dei Cedri qualsiasi minaccia si presenti. «L'equazione è cambiata: ciò che è accaduto prima del 7 ottobre non si ripeterà», ha tuonato, «non permetteremo che si spari sulle nostre comunità». «Continueremo a far rispettare con forza il cessate il fuoco», ha minacciato il premier, «attaccheremo ovunque in Libano contro qualsiasi minaccia a Israele, e faremo in modo che tutti nel nord tornino nelle loro case in sicurezza». Il raid di ieri è un'ulteriore prova delle sfide che le autorità libanesi devono affrontare nel tentativo di esercitare il controllo sulle aree nel sud del paese, dove i gruppi militanti sono attivi da decenni. Hezbollah è il più potente di loro, ma anche fazioni palestinesi tra cui Hamas e la Jihad islamica operano lì.
Nonostante l'accordo, Israele ha effettuato attacchi aerei quasi quotidiani su persone e obiettivi che ritiene essere collegati a Hezbollah, e ha spiegato di farlo per impedire al gruppo sciita di riarmarsi. Gli ultimi sviluppi però mettono ulteriore pressione sulla fragile tregua tra lo Stato ebraico e il Libano, ma, secondo molti analisti, per ora, è probabile che l'intesa sopravviva. Il cessate il fuoco di novembre ha posto fine a oltre 13 mesi di conflitto. Hezbollah ha lanciato la sua campagna il giorno dopo gli attacchi di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023, e ha spiegato di agire in solidarietà con i palestinesi della Striscia. Intanto anche a Gaza la situazione è incandescente.
Continuano i cortei anti-Hamas che da giorni chiedono la fine delle stragi. Sono le prime grandi proteste contro il gruppo islamista dalla guerra di Gaza. Per ora, il movimento estremista ha scelto di non reprimere brutalmente le manifestazioni, il quadro, però, potrebbe cambiare.
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