Di non solo Covid, di vaccini e di green pass si occupa la politica italiana in questa calda estate. Sulla scia delle Olimpiadi di Tokyo, infatti, la sinistra ritorna a cavalcare un suo antico cavallo di battaglia: lo ius soli.
Negli ultimi giorni è andato in scena un durissimo scontro tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ed il leader della Lega, Matteo Salvini. Nel corso di un'intervista concessa al direttore della Stampa, Massimo Giannini il titolare del Viminale ha commentato il tema sollevato nei giorni scorsi dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, sull’approvazione di uno ius soli sportivo: "Lo Stato italiano dovrebbe concedere la cittadinanza agli atleti stranieri tesserati nel nostro Paese e che hanno conseguito particolari meriti sportivi", ha dichiarato Malagò.
Parole che hanno trovato d’accordo la Lamorgese: "La questione dello ius soli è giusta e spero si arrivi a una sintesi politica", ha spiegato il ministro a Giannini. "È un tema che si pone e di cui dobbiamo ricordarci non solo quando i nostri atleti vincono delle medaglie. La politica", ha puntualizzato ancora, "dovrà fare i suoi riscontri e spero si arrivi a una sintesi politica. Bisogna aiutare le seconde generazioni e farle sentire parte integrante della società".
Pronta la replica di Salvini: "Invece di vaneggiare di ius soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanze in assoluto, il ministro dell’Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia". Il leader della Lega ha poi ricordato che "ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito".
Nello scontro si è inserito oggi il segretario del Pd, Enrico Letta, che ha preso le difese del ministro. "Io e Salvini siamo lontani su molte cose, ma la reazione su quello che ha detto il ministro Lamorgese è inaccettabile", ha dichiarato l’esponente dem a margine di un incontro in programma al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Quest’ultimo ha risposto a Salvini affermando che la legge per la cittadinanza "non ha nulla a che vedere con gli sbarchi".
Ma non solo. Perché lo stesso Letta ha rilanciato la questione dello ius soli sottolineando che la legge di cittadinanza è "una legge di civiltà fondamentale per il nostro Paese". Nel ragionamento del segreario dem non manca un accenno agli sportivi che hanno partecipato alle Olimpiadi: "La staffetta 4 per 100 è stata la metafora di tutto: hanno vinto tutti e la storia di Fausto, italiano a tutti gli effetti, italiano dentro, ha colpito tutti. Fausto ha iniziato a vincere medaglie per l'Italia da quando ha fatto 18 anni, una storia che la dice lunga, noi oggi parliamo di quella storia perchè ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi nell'atletica leggera, con tutti i sacrifici che ci ha raccontato. Vorrei che queste storie servissero anche per chi non ha vinto quella medaglia d'oro".
"Di recente- ha poi continuato Letta- è emersa in tutta la sua insostenibilità l'attuale situazione, con il racconto di diversi atleti che hanno vinto medaglie ai Giochi, e fatto grande l'Italia, che hanno raccontato le loro sofferenze. Loro hanno vinto medaglie, ma tanti che non vincono medaglie vivono una sofferenza simile". "Noi dobbiamo alle storia così una risposta, non è solo per la medaglia d'oro olimpica, le Olimpiadi ci hanno dato uno sguardo sul futuro", ha affermato ancora l'esponente dem.
Per questo, secondo il segretario del Pd, serve una legge sulla cittadinanza "che parli di integrazione e che non c'entra nulla con gli sbarchi. Unire queste due cose è fare del male a bambini e ragazzi che sono italiani e tutti gli effetti, e parlano italiano come me e tutti noi". Per Letta è arrivato il momento di affrontare la questione "anche sull'onda emotiva dei giochi olimpici, che dimostrano come questa sia una questione matura. Riguarda chi vinto medaglie e chi è italiano a tutti gli effetti tranne che per la carta di identità. Dobbiamo dare risposte su questo tema, senza ideologia e senza volerne fare bandiere ideologiche".
Non solo parole. Perché il segretario del Pd vuole anche fatti concreti. Letta, infatti, auspica che a settembre in Parlamento si possa aprire un tavolo per una migliore legge sulla cittadinanza. "Rifiuto il ragionamento di chi dice 'Si lasci perdere questo e si pensi agli sbarchi', accostare queste due vicende è un fatto intollerabile, unire queste due cose è offensivo", ha concluso il segretario del Pd.
Se così sarà si prevedono venti di burrasca sul governo. Nell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo Draghi le sensibilità sull’argomento sono diverse. Le tensioni potrebbero aumentare provocando un effetto logoramento sul governo.
Infine Letta si è soffermato anche sui referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali affermando di non avere intenzione di firmarli in quanto "come si è visto, la riforma è in grado di farla il Parlamento.
Ritengo che la via parlamentare sia quella giusta". Ma nessuna polemica su chi tra i dem vuole, invece, firmarli: "Il Pd è un partito plurale, non è una caserma, quindi sono assolutamente possibili scelte individuali come quella fatta da Bettini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.