Scoppia la polemica il giorno dopo il varo dei decreti attuativi della riforma del lavoro. Mentre, infatti, il ministro dell’Interno Angelino Alfano dal Sestriere riapre al governo, continuano le faide dentro il Pd. Il leader di Ncd ha mandato da Sestriere un messaggio al premier: "Siamo pronti, se necessario, a rinnovare il patto di governo con Matteo Renzi fino al 2018". Partendo dalla riapertura verso il governo, Alfano ha posto però le sue condizioni. "Se non avessimo detto sì alle elezioni due anni fa non ci sarebbe questo governo - ha ricordato dalla Winter School - Nel rinnovato patto di governo con il Presidente del consiglio chiediamo un “family act”, una legge a tutela delle famiglie. Come il jobs act è un traguardo storico, così riteniamo che la tutela delle famiglie, quelle composte da un uomo e da una donna, vadano tutelate".
Sul fronte delle critiche, a sorpresa è intervenuta da Ancona il presidente della Camera Laura Boldrini: "Ci sono stati anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto". Poi Boldrini ha aggiunto: «Credo nei ruoli intermedi, associazioni, sindacati. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace, non mi piace". "Non credo che quella di ieri sia stata giornata storica. Non lo è stata se guardi le cose con gli occhi dei lavoratori che sentono di aver perso qualcosa, della loro storia e dignità" le ha fatto eco Gianni Cuperlo, della minoranza interna del Pd.
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