Johnny è evaso in taxi poi è fuggito in treno

L'avvistamento a Genova, ma ora «lo zingaro» scappato da Fossano potrebbe essere ovunque

Johnny è evaso in taxi poi è fuggito in treno

Già il concetto è antitetico: ergastolano in semilibertà. E oggi più che mai- come insegna la tragicomica beffa di Igor «il russo» assassino e sempiterno fuggiasco-qualcuno dovrebbe prenderne atto. Vale per tutti, legislatori, togati, investigatori, grand commis dello Stato. Chissà perchè le loro sedie non traballano mai.

Così dopo l'omicida di Budrio, del quale grazie alla pigrizia delle istituzioni e alla «solerzia» di un magistrato si sono perse pure le tracce genetiche, l'uomo che da tre mesi per i reparti speciali dei carabinieri è ormai un avvilente, inafferrabile oleogramma, eccoci qua a parlare di un suo simile. Un'altra belva, libera. Quasistoria fotocopia. «Johnny lo zingaro», al secolo Giuseppe Mastini, semianalfabeta, tanto spietato quanto reprobo, ormai da 48 ore, è di nuovo uccel di bosco. Usciva di galera a Fossano per andare a lavorare, ironia della sorte, nella scuola per agenti di polizia penitenziaria a Cairo Montenotte, nel Savonese. Dall'altro ieri non è più rientrato. Cinquantasette anni, un curriculum criminale da far impallidire anche un boss di mafia-furti, rapine, sequestri di persona, omicidi- di Johnny, detto anche «il biondino», alle forze dell'ordine resta soltanto una foto. Segnaletica. Capelli corti, brizzolati. Una camicia a quadri e pantaloni scuri.

È ricercato in tutta Italia, il suo avvistamento, sarebbe avvenuto a Genova. È qui che venerdì un tassista lo ha riconosciuto: era lui il passeggero che aveva trasportato intorno alle 12 fino alla stazione ferroviaria di Brignole. Difficile sapere su quale treno sia salito. Oggi potrebbe già essere ovunque, anche all'estero. In Francia o magari a Roma, città che terrorizzo negli anni' 80.

Nacque a Bergamo, Mastini, da una famiglia di giostrai di etnia sinti. A 10 anni si trasferisce a Roma coi genitori e inizia subito a frequentare la criminalità giovanile del quartiere Tiburtino. A 11 anni ha già all'attivo un furto e una sparatoria con la polizia. Il 30 dicembre 1975 rapina un autista di tram con un complice. Sparano contro il conducente due colpi di pistola e ne occultano il cadavere, che verrà trovato una settimana più tardi in un prato in zona Tiburtina. Il 15 gennaio 1976 vengono emessi due ordini di cattura a carico di Johnny e del suo complice. Le accuse sono di omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo di pistola. Il giorno successivo si costituisce e viene rinchiuso nel carcere minorile di Casal Del Marmo. Pochi giorni dopo l'arresto, Johnny e amico evadono dalla prigione di Casal Del Marmo. Il giorno dopo si costituiscono. Trasferito nel carcere minorile de L'Aquila scappa di nuovo, il 24 settembre 1977, ma la latitanza dura pochi giorni. Per l'omicidio dell'autista di Roma «lo zingaro» viene condannato a 11 anni di carcere.

Maggiorenne, Johnny viene trasferito al all'Isola di Pianosa, in provincia di Livorno. Da qui, nel 1981 evade per l'ennesima volta. E riprende a fare il rapinatore. Ricatturato. Dall''89 era stato condannato all'ergastolo. Carcere a vita, ma semilibero. Non fosse questione seria, verrebbe da ridere.

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