Johnson sbugiardato: giocava al quiz di Natale col Paese in lockdown

Il premier nella bufera mobilita i cittadini per la terza dose e alza a 4 il livello di allerta

Johnson sbugiardato: giocava al quiz di Natale col Paese in lockdown

Una settimana peggiore di quella appena trascorsa, Boris Johnson non l'aveva mai vista. Dopo aver trascorso gli ultimi giorni a cercare di rimediare alle rivelazioni che i media gli riservano quotidianamente sui comportamenti poco professionali dei suoi collaboratori e ad accettare le dimissioni di alcuni di questi (tra cui la sua personale portavoce, Allegra Stratton), il Premier britannico si è ritrovato ieri sulla prima pagina del Mirror of Sunday, in una foto che provava la sua partecipazione a un Christmas Quiz (un gioco a squadre molto popolare tra gli inglesi), virtuale, in compagnia di altri due colleghi, lo scorso anno, mentre l'intero Paese era costretto a subire un lockdown durissimo.

L'immagine del Mirror va a rinfocolare soltanto l'ultimo degli scandali che stanno mettendo in ginocchio il partito e indebolendo l'immagine del Premier. Arriva infatti, dopo che il governo era stato costretto ad aprire un'indagine su ben tre presunti festini pre natalizi - due dei quali si sarebbero svolti proprio a Downing Street - tenutisi nel 2020, in barba alla rigide regole che li vietavano. Nella foto, BoJo se ne sta seduto nella biblioteca del suo appartamento al numero 10, tra due colleghi che indossano uno una sciarpa a tema e l'altro un berretto da Babbo Natale. Ieri un portavoce di Downing Street ha descritto la cosa come «una partecipazione virtuale al gioco», ma altre fonti hanno confermato alla Bbc che nello stesso momento, davanti a schermi diversi, in altre stanze dell'edificio, si trovavano alcuni componenti dello staff politico, riuniti a squadre. Anche il Primo Ministro avrebbe quindi, chiaramente infranto le regole imposte dal suo stesso governo alla gente comune, come ha sottolineato ieri il leader laburista Keir Starmer nello show politico domenicale di Bbc One. «Così facendo ha danneggiato la sua autorevolezza - ha spiegato Starmer- e ora è più debole che mai, il partito non è mai stato così diviso e lui non ha la leadership di cui questo Paese ha bisogno. È il peggior primo ministro nel peggior momento che abbiamo mai passato».

Che il partito sia diviso, lo dicono i numeri. Domani, le nuove restrizioni anti Covid per frenare il diffondersi della nuova variante Omicron (ieri i casi giornalieri erano 1.239 su oltre 50mila) verranno votate dal Parlamento, dopo che il livello di allerta ieri è stato portato da 3 a 4 su una scala di 5 e il Premier ha parlato alla nazione invitando i concittadini a fare la terza dose in quella che ha definito la «Omicron emergency booster national mission», come fosse un film. «Se non lo facciamo ora l'ondata sarà altissima», ha poi precisato.

Ma a causa dell'opposizione di 60 membri conservatori all'obbligatorietà del passaporto vaccinale, l'esecutivo sarà probabilmente costretto a proporle in tre votazioni separate per evitare di vedersi respingere l'intero pacchetto. E l'aspetto più umiliante per il governo sarà il dover ricorrere al voto dei laburisti per ottenere la maggioranza e far passare la proposta. Messa così, la situazione appare tragica, soprattutto per il Premier. I sondaggi rivelano una discesa nei consensi, da molte parti fioccano le richieste di dimissioni. Eppure, BoJo, anziché presentarsi in pubblico con il capo cosparso di cenere, ha già sferrato un violento attacco alla Bbc per la copertura del «Partygate».

«Sono stati scandalosamente frivoli, vendicativi e di parte - avrebbe detto Johnson a degli amici - e sono venuti meno al loro dovere primario di servizio pubblico che era quello di pubblicizzare la necessità di vaccinarsi». Perché alla fine, la colpa è sempre e solo dei giornalisti.

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