Dopo due mesi dal ritiro delle truppe, Kiev è tornata un obbiettivo dei russi. E l'attacco fa più danni al morale. Erano mesi che la capitale non veniva svegliata nel cuore della notte dalle sirene, la vita, almeno qui, stava tentando di tornare a un minimo di normalità. E invece l'attacco. Inaspettato, dopo diverse settimane da quando la Russia aveva deciso di rinunciare all'assedio alla capitale, ritirando le sue truppe a partire dalla fine di marzo. La mossa era stata letta come un cambio di strategia per concentrare tutte le forze sull'offensiva nel Donbass.
All'alba, dopo le sirene, sono ricominciate le esplosioni. In particolare - fa sapere il sindaco Vitali Klitschko - nei quartieri di Darnytskyi e Dniprovsky, appena fuori dal centro. Non ci sarebbero feriti gravi, ma una persona è ricoverata in ospedale. Due mesi dopo Kiev rimane l'obiettivo principale dei russi. La Russia «ha lanciato 5 missili da crociera X-22 dal Mar Caspio in direzione di Kiev» alle 6 del mattino, a comunicarlo, lo stato maggiore delle forze armate ucraine, precisando che «un missile è stato distrutto dall'unità di difesa aerea ucraina, mentre gli altri hanno colpito infrastrutture nel nord della capitale». I missili sono stati lanciati da un bombardiere strategico Tu-95 che sorvolava il Mar Caspio. Il Tu-95 è un quadrimotore di fabbricazione sovietica, sviluppato negli anni cinquanta dalla Tupolev e progettato per compiere missioni di deterrenza e attacchi nucleari. La nuova versione di questo aereo è in grado di lanciare missili da crociera a lungo raggio. In precedenza, Vadym Denysenko, consigliere del ministro degli Affari interni ucraino, aveva affermato che erano stati colpiti un obiettivo militare e uno civile.
Secondo l'Aviazione ucraina, uno dei missili è stato avvistato volare «criticamente a bassa quota» sulla centrale nucleare della regione di Mykolayiv, nell'Ucraina meridionale. Lo ha segnalato l'operatore nazionale delle centrali, Energoatom, che ha denunciato «l'atto di terrorismo nucleare»: secondo l'agenzia ucraina, i russi «non capiscono che anche il più piccolo frammento di un missile che può colpire un alimentatore funzionante può causare una catastrofe nucleare e una perdita di radiazioni».
I raid, in base a quanto riportato da Serguii Lechtshenko, membro del consiglio di sorveglianza di Ukrzaliznytsia, la compagnia ferroviaria ucraina, e consigliere della presidenza ucraina, hanno preso di mira anche alcune infrastrutture ferroviarie. Secondo Oleksandr Kamyshin, amministratore delegato dell'impresa ferroviaria statale ucraina Ukrzaliznytsia, i missili hanno colpito un impianto di riparazione a Darnytsia. Kamyshin ha negato le notizie russe secondo cui l'impianto colpito ospitava attrezzature militari, «Questo stabilimento ripara i vagoni merci, compresi quelli che utilizziamo per l'esportazione di grano», ha detto Kamyshin, aggiungendo che «il loro vero obiettivo è l'economia dell'Ucraina e la popolazione civile. Vogliono anche bloccare l'esportazione dei nostri prodotti in Occidente».
Il viceministro della Difesa ucraino Anna Malyar, come riporta Ukrainska Pravda, dopo le diverse esplosioni di ieri mattina ha ribadito che «Kiev resta l'obbiettivo principale dei russi. Abbiamo sempre detto apertamente che Kiev è costantemente minacciata. Le persone stanno tornando nella capitale per vari motivi, ma dobbiamo ancora capire che la guerra è in una fase calda e Kiev, in quanto obiettivo principale della Federazione Russa, rimane tale», ha aggiunto.
A fare la lista degli obbiettivi colpiti ci ha pensato il portavoce del ministro della Difesa russo: «Missili ad alta
precisione a lungo raggio lanciati dalle forze aerospaziali russe contro la periferia di Kiev hanno distrutto i carri armati T-72 forniti dai paesi dell'Europa orientale e altri veicoli corazzati che erano negli hangar».
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