Lo scorso 16 febbraio ad Afragola (Napoli), in contrada Franzese, due pregiudicati vennero trovati cadaveri. Uno scempio quello compiuto su Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, scomparsi il 31 gennaio 2016: i corpi, sezionati in due parti, chiusi in buste di plastica e sotterrati. Adesso si scopre che i killer sono due giovanissimi, uno addirittura minorenne.
In cella, per mano della polizia, sono finiti Domenico D'Andò, 24 anni, e il complice di appena sedici.
Un duplice delitto tanto spietato quanto portato a termine con lucida efferatezza, coma ha sottolineato il questore di Napoli Antonio De Iesu, dietro il quale c'è una «grande aggressività dei killer». Un omicidio che dimostra ancora una volta «la maturità criminale di minorenni». Le indagini della squadra Mobile di Napoli hanno accertato che il duplice omicidio si colloca nel contesto di una lotta interna a un'organizzazione criminale dedita al contrabbando di tabacchi nei comuni a nord di Napoli al cui vertice c'erano gli stessi Ferrara e Rusciano, oltre a Pietro Caiazza e al nipote Domenico D'Andò. L'organizzazione si collocava inoltre in posizione parallela agli affari dei clan storici della camorra a nord del capoluogo: Ferrara era vicino ai Franzese, D'Andò era affiliato al clan Amato-Pagano.
Con la cattura di Caiazza, fermato il 26 gennaio scorso e condannato per associazione mafiosa a giugno, secondo gli inquirenti si erano alterati i rapporti interni al gruppo criminale, diviso in due fazioni in lotta per assumere l'egemonia del mercato delle «bionde» di contrabbando.
Gli investigatori, attraverso l'analisi delle tracce di sangue nell'auto e in casa dei sospettati, con intercettazioni telefoniche e monitorando le azioni di D'Andò, hanno accertato le responsabilità. Sarebbe stato il minorenne a finire le vittime e farle a pezzi con un coltello. Il delitto si sarebbe consumato in un appartamento appositamente preso in affitto a Giugliano.AAcq- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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