"Nessun sequestro". Il magistrato chiede di prosciogliere Salvini e inguaia i grillini: "Il governo sapeva"

L'accusa a Catania invoca il "non luogo a procedere" per il caso Gregoretti: "Non spetta a noi dire se la sua scelta sia stata giusta". Il leader della Lega: "Ripagato da mesi e mesi di amarezze".

"Nessun sequestro". Il magistrato chiede di prosciogliere Salvini e inguaia i grillini: "Il governo sapeva"

Richiesta di «non luogo a procedere» per il leader della Lega, Matteo Salvini, nel caso Gregoretti. Nel corso dell'udienza, tenutasi ieri al tribunale di Catania, insomma, il pm ha chiesto la piena assoluzione del capo della Lega per i fatti relativi al periodo in cui era ministro dell'Interno.

«Sono contento - ha detto Salvini - perché oggi la pubblica accusa ha detto che non c'è reato, che non c'è sequestro, che ho rispettato le leggi nazionali ed internazionali, che abbiamo salvato vite e svegliato l'Europa. Sentire questo mi ripaga di mesi e mesi di amarezze. Torno tranquillo dai miei figli e spero che il 14 maggio si chiuda qua». La richiesta di «non luogo a procedere» è per l'accusa di sequestro di persona per aver trattenuto a bordo della nave della Guardia costiera i migranti soccorsi in mare sei giorni prima.

Il pm Andrea Bonomo, parlando al gup Nunzio Sarpietro ha detto: «La sua condotta non costituisce reato». Da ricordare che per due volte il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, durante l'istruttoria, aveva chiesto l'archiviazione del caso ritenendo che l'operato dell'allora titolare del Viminale rientrasse nelle sue prerogative politiche. Il pm ha proseguito: «Non si può parlare di sequestro di persona; il governo condivideva la sua linea politica che era quella della ricollocazione dei migranti in via prioritaria. Non che sia giusto e condivisibile ma si può ritenere che Salvini abbia violato le convenzioni internazionali? Si può definire illegittima la sua scelta di assegnare tardivamente il porto di sbarco? A mio avviso no. Non dico che moralmente o politicamente la scelta sia stata giusta, ma non spetta a noi dirlo». In contrapposizione ovvia le parti civili, tra migranti su Gregoretti e Legambiente, Arci e chi più ne ha, più ne metta. L'avvocato Giulia Bongiorno ha tenuto a dire: «Oggi abbiamo chiesto che prima di valutare i fatti come reato o non reato venga stabilito il principio della insindacabilità dell'operato dei politici. C'era un preciso orientamento politico, quindi di avviare lo sbarco dopo la redistribuzione e le procedure di redistribuzione. Sono scelte politiche che possono piacere o non piacere, ma sono insindacabili. E sono alla base della separazione dei poteri - ha aggiunto - credo che sia importante che ci sia la consapevolezza, anche da parte della politica, che se le scelte sono fatte nell'interesse nazionale ci si trova nell'ambito di quella discrezionalità politica che non può essere contestata in sede giudiziaria». Il 14 maggio sarà proprio Sarpietro a decidere.

Nella memoria difensiva Salvini specifica: «Tutte le precauzioni possibili per rendere agevole la permanenza a bordo» erano state adottate, tanto che «non vi sono mai stati segni di insofferenza da parte dei migranti». E ancora: «Dalla nave Gregoretti, una volta attraccata ad Augusta, era possibile organizzare il trasporto dei sopravvissuti nella loro destinazione successiva o finale. Invero, come già rilevato, l'idoneità della nave ad ospitare temporaneamente i migranti consentiva il raggiungimento dell'accordo di ricollocazione in sede europea e un indirizzamento degli stessi verso il conseguente iter di accoglienza, atteso che il meccanismo di redistribuzione prevedeva la assunzione di impegni da parte degli Stati membri prima dello sbarco».

E ancora: «Dunque, la natura di Pos della nave Gregoretti, una volta attraccata alla banchina Nato del porto di Augusta, si ricava dal par. 6.14, nonché dal par. 6.12 delle citate Linee guida che qualifica come luogo sicuro quello in cui, oltre ad esser garantita la sicurezza dei sopravvissuti, vengano loro assicurate le necessità umane primarie (cibo, riparo e cure mediche) in attesa di poter organizzare il trasporto presso la destinazione successiva o finale. Peraltro, il 4 febbraio 2021 il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha approvato il Piano nazionale per la ricerca e salvataggio in mare, edizione 2020, sostituendo il precedente risalente al 1996, in cui - prosegue - in conformità alla normativa internazionale, il luogo sicuro di sbarco (Pos) viene definito come luogo dove le operazioni di soccorso si considerano terminate».

Insomma, Salvini operò, in qualità di ministro, per la sicurezza nazionale, ma non certo andando contro i diritti dei migranti. Da ricordare che l'ex ministro dell'Interno è attualmente a processo anche per il caso di «Open Arms» a Palermo, dove è stato chiesto per lui il rinvio a giudizio.

Mentre restano aperte a Ragusa e Trapani due inchieste contro le Ong. Senza troppo clamore da parte dei buonisti dell'accoglienza che condannano a priori Salvini senza tener conto di altre realtà accusate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

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