"L'amicizia non basta". Renzi frena Calenda

La frecciatina del leader di Italia Viva a Letta: “Il Pd è andato molto a zig zag in questi anni”

"L'amicizia non basta". Renzi frena Calenda

Mancano meno di due mesi al voto, a sinistra è partita la corsa all’ammucchiata. Dopo aver chiuso con un M5s balcanizzato, il Pd è pronto a radunare diversi partiti con l’obiettivo di insidiare il centrodestra. Dopo aver annunciato a squarciagola di non essere disponibile all'accozzaglia, Calenda ha messo da parte la coerenza e si è detto pronto a salire sul carro dem. Una strategia che non sembra interessare a Matteo Renzi, nonostante i rapporti cordiali con il leader di Azione, incontrato ieri per fare il punto della situazione in vista delle politiche.

“Al momento corriamo da soli”: netto, ancora una volta, il senatore di Rignano ai microfoni del Tg5. Il capo politico di Italia Viva ha biasimato le “alleanze molto elettorali e poco attente ai contenuti” che stanno prendendo forma, sottolineando – a proposito del rapporto con Calenda – che gli ottimi rapporti non bastano a sancire un’alleanza: “Il vertice è andato bene, come sempre. È stato un incontro tra amici, ma l’amicizia non è sufficiente: bisogna vedere se condividiamo le idee”.

Nel corso del suo intervento, Renzi ha rimarcato che le alleanze non si fanno sulla base dell’alchimia o del gioco delle coppie, ma si fanno mettendo al centro le scelte per i cittadini. “Io ad esempio voglio dare più soldi sulla sanità con il Mes sanitario, voglio valorizzare le riforme fiscali con l’assegno unico universale per i figli… Io voglio parlare di queste cose qua: se su questo siamo d’accordo, allora possiamo andare insieme alle elezioni”, il giudizio dell’ex primo ministro.

Non sono mancate le frecciatine al Partito Democratico dell’amico-nemico Enrico Letta. Renzi ha evidenziato che il Pd “è andato molto a zig zag in questi anni”, accendendo i riflettori sull’incoerenza del mondo dem: “Una volta era per Conte, una volta era per Draghi, una volta era per il reddito di cittadinanza, una volta era per toglierlo. Noi invece siamo sempre andati per la nostra strada, spero che il Pd finalmente si chiarisca le idee”. Renzi, inoltre, ha smontato la teoria integralista di Letta sulla dicotomia Pd-Meloni per la vittoria alle elezioni: “Non è vero, ma lo sanno tutti.

C’è la lista del Pd, c’è la lista della Meloni ma anche tante altre liste. Quelle che io non condivido, come i 5 Stelle, che sono i responsabili di aver mandato a casa Draghi. Poi ci sono le nostre liste, più moderate e più di centro, che non stanno né con Letta, né con la Meloni”.

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