Landini affonda la Fiom: meno iscritti e più spese

Da quattro anni l'ala dura della Cgil ha perso quasi 12mila tessere. Ma lo staff lo difende: colpa della crisi e delle aziende che chiudono

Landini affonda la Fiom: meno iscritti e più spese

Dalle parti dell'entourage di Maurizio Landini, in questi giorni, la preoccupazione sta prendendo sempre più corpo. Ci si aggrappa alla speranza che «Coalizione sociale», la nuova avventura più o meno politica lanciata dal leader della Fiom, non si riveli quel fallimento che invece negli ultimi anni ha coinvolto il sindacato dei metalmeccanici legato alla Cgil. Bilanci alla mano, infatti, basta qualche dato per capire cosa è successo alla federazione da quando Landini, nel giugno del 2010, ne ha preso le redini. Il risultato più impressionante è che in quattro anni la Fiom ha perso per strada quasi 12 mila tessere. Una débâcle in piena regola, che dà ancora più nell'occhio se si analizza la serie storica.

Dall'ultimo bilancio consuntivo approvato dalla Fiom, risalente al 2013, si apprende che il sindacato di Landini ha chiuso con 351.663 iscritti. Lo stesso documento contabile non esita a dire che il conto è di 5.313 iscritti in meno rispetto al 2012. Ora, se si prende il bilancio consuntivo relativo a quest'ultimo anno si può realizzare che già quell'esercizio si era chiuso con 1.752 iscritti in meno rispetto al 2011. Negli ultimi tre anni disponibili, quindi, la sequenza è stata questa: 358.728 iscritti nel 2011, 356.976 nel 2012, 351.663 nel 2014. In totale fa 7.065 tessere in meno nel triennio in base ai bilanci reperibili della Federazione di Landini. Bisogna invece far riferimento a comunicazioni ancora più risalenti nel tempo per constatare come nel 2009, ultimo anno prima che Landini salisse in sella, il conto degli iscritti fosse arrivato a 363.507, in aumento rispetto ai 358.853 del 2008. Ma si è trattato dell'ultimo incremento fatto registrare dalle tessere dei metalmeccanici.

Con l'arrivo dell'attuale ispiratore di «Coalizione sociale», nel giugno del 2010, si comincia con la discesa, visto che lo stesso anno si chiude con 362.667 iscritti. Facendo l'ultimo calcolo, ecco il dato per certi aspetti choc. Landini arriva alla Fiom con un capitale di 363.507 tessere di fine 2009. Nel 2010 prende il timone. A fine 2013 il loro numero risulta crollato a 351.663. Il salasso è di 11.844 iscritti persi per strada in quattro anni. Una botta davvero pazzesca, che i documenti Fiom tendono a ricollegare alla crisi e alla chiusura di tante aziende. Spiegazione che coglie una parte di verità, ma certo non attutisce un'emorragia di tessere su cui in ambienti Fiom si sta da tempo svolgendo un'ampia riflessione (e chissà che nel 2014 il trend non sia peggiorato). Anche perché la situazione di liquidità della Federazione, come spiegano tutte le relazioni recenti, è alquanto traballante.

Da precisare che il sindacato a dicembre 2014 ha approvato il bilancio di previsione 2015 e il consuntivo del 2013. Bisognerà aspettare ancora un po', quindi, per avere il consuntivo 2014. Sta di fatto che le contribuzioni alla Fiom nazionale, nel 2012 e nel 2013, si sono tenute intorno ai 3 milioni e 200 mila euro. Ma le previsioni per il 2015 danno il dato in discesa a 3 milioni. E così il totale delle entrate rischia di scendere dai 3 milioni e 686 mila euro del 2012 ai poco più di 3 milioni previsti per il 2015 (anche se occorrerà aspettare i dati consuntivi per un confronto omogeneo). Landini ha chiuso gli ultimi tre esercizi con un leggero avanzo, grazie a un contenimento dei costi a cui però sono sfuggiti gli stipendi degli apparati della Fiom.

Le retribuzioni sono passate dai 981 mila euro del 2012 a 1 milione e 116 mila euro del 2013. E la previsione 2015 parla di 1 milioni e 215 mila.

Insomma, chissà che Landini non abbia fondato il suo nuovo movimento anche per sfuggire al fallimento degli ultimi anni in Fiom.

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