Boldrini e "rossi" in pressing: "Riaprite subito porti alle Ong"

Con un appello al governo l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, assieme ai politici di sinistra e agli ex 5Stelle chiede la "revoca" del decreto che dispone la chiusura dei porti italiani a causa dell'emergenza coronavirus

Boldrini e "rossi" in pressing: "Riaprite subito porti alle Ong"

"I porti non si chiudono mai, perché a nessuno e in nessun caso può essere negato il soccorso e la protezione dai rischi della navigazione". È la posizione di un gruppo di parlamentari, tra cui l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, l’eurodeputato di Demos, Pietro Bartolo, gli ex grillini De Falco, Nugnes, Fattori e Fioramonti, più una serie di esponenti di Pd, Sinistra Italiana, Leu e Radicali. Tutti schierati contro la decisione del governo italiano di dichiarare il nostro Paese un approdo non sicuro, almeno fino alla fine dell’emergenza sanitaria.

È stato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad informare oggi l’equipaggio della nave Alan Kurdi, unica nave che al momento sta prestando soccorso ai migranti nel Mediterraneo, dell’impossibilità "di garantire porti sicuri in Italia a navi battenti bandiera straniera". "A causa dell'emergenza pandemica Covid19, i porti infatti non presentano più i necessari requisiti sanitari richiesti dalla convenzione di Amburgo", ha fatto sapere la ministra Paola De Micheli, dopo che la nave della Ong tedesca Sea Eye aveva chiesto di far sbarcare in Italia 150 migranti soccorsi nelle ultime ore.

Ma per gli esponenti di sinistra il provvedimento "è sbagliato e incomprensibile". E quindi, va "revocato". "Siamo perfettamente consapevoli che, nell'emergenza sanitaria drammatica che la pandemia impone al nostro Paese e al mondo intero, la tutela della salute ha una assoluta priorità, per questo, fuori da ogni approccio ideologico, pensiamo che sia necessario individuare ogni utile strumento a definire protocolli in grado di assicurare la sicurezza e la salute pubblica", scrivono gli esponenti politici.

Il pressing sull’esecutivo giallorosso arriva dopo le proteste di un’altra Ong, Mediterranea Saving Humans, che ha accusato il governo di "utilizzare la pandemia come pretesto per riproporre il terribile messaggio che se muoiono affogati donne uomini e bambini in mezzo al nostro mare è infine un male minore e necessario". "I protocolli per agire in totale sicurezza ci sarebbero tutti", incalza l’organizzazione non governativa.

A fargli eco c’è il manipolo di parlamentari capitanati da Boldrini e Bartolo che chiedono di "mettere in atto un protocollo di sicurezza che garantisca la tutela della salute e l'efficacia della battaglia contro il virus, senza pregiudicare la nostra civiltà giuridica e la sicurezza di tutti". La soluzione per evitare il rischio di una nuova ondata di propagazione del Covid a causa della ripresa degli sbarchi è quella di predisporre "protocolli sanitari adeguati che, ove non sia possibile garantire a terra luoghi sicuri nei quali far svolgere la necessaria quarantena a chi sbarca, questa sia comunque applicata e garantita attraverso l'utilizzo di assetti navali adeguati ed in condizione di sicurezza".

Un’opzione che evidentemente dal Viminale hanno ritenuto impraticabile. A scagliarsi contro il governo sono anche le associazioni del Tavolo Asilo Nazionale. "Con un atto amministrativo – accusano - si sospende il diritto internazionale e il dovere di soccorrere chi è in pericolo di vita in mare". E il provvedimento non piace neppure ad una parte della maggioranza. La renziana Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva in Commissione Trasporti alla Camera, definisce il decreto firmato da quattro ministri "una brutta pagina della storia non solo solidale ma anche della marineria italiana".

Una mano tesa agli ultrà dell'accoglienza arriva dal capo della Protezione civile, Angello Borrelli.

"A livello internazionale - assicura durante il consueto punto stampa nella sede del dipartimento - si sta operando per individuare delle soluzione". E si dice "convinto che a livello tecnico sapremo dare delle risposte in caso di esigenze di necessità".

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