L'arrivederci del Papa ai fedeli. "La fragilità è una benedizione"

Nell'Angelus il saluto al popolo della Chiesa: "Mi sento portato e sostenuto da tutti. Da qui la guerra appare ancora più assurda"

L'arrivederci del Papa ai fedeli. "La fragilità è una benedizione"
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Dal Gemelli, dove si trova ricoverato dal 14 febbraio, il Papa prega «per la martoriata Ucraina», ringrazia per le preghiere e la vicinanza che riceve ogni giorno, sente la «benedizione» nel condividere un momento di sofferenza e dà appuntamento ai fedeli con un «arrivederci» che suona come auspicio nel mostrarsi presto al mondo intero. Francesco invia un testo breve ma ricco di significato, per l'Angelus domenicale; per la terza volta è costretto a rinunciare a collegarsi dal suo appartamento al decimo piano del «Terzo Vaticano» (come viene chiamato il Gemelli) e tanto meno ad affacciarsi per mostrarsi ai fedeli. Troppo rischioso. Serve prudenza, ribadiscono dal Vaticano.

«Prego soprattutto per la pace si legge nel testo scritto in questi giorni di ricovero -. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu. Ci affidiamo fiduciosi a Maria, nostra Madre». «Sorelle e fratelli sottolinea il Pontefice vi mando questi pensieri ancora dall'ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l'attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la benedizione che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore». Il Papa ringrazia Dio «perché mi dà l'opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti».

Prende spunto, Papa Bergoglio, dal Vangelo domenicale della pagliuzza e della trave, soffermandosi su due dei cinque sensi: la vista e il gusto. «Riguardo alla vista, Gesù chiede di allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo», ribadisce. «Solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione». Riguardo al gusto, Francesco spiega come i frutti che vengono dall'uomo sono ad esempio le sue parole. «I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste che danno sapore ai nostri dialoghi».

Infine, ringrazia tutti «per le preghiere che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo: sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come portato e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti», conclude il Pontefice argentino, che con un «arrivederci» fa ben sperare nel mostrarsi presto.

Il Pontefice argentino non si fa sentire né vedere dall'udienza generale del mercoledì 12 febbraio. Due giorni dopo, il 14 febbraio, il ricovero per problemi respiratori. Poi l'insorgenza della polmonite bilaterale e due grosse crisi: la prima il 22 febbraio, con crisi respiratoria prolungata; la seconda, venerdì 28 febbraio, con un broncospasmo. La settimana scorsa sembrava concludersi con lievi miglioramenti o comunque parametri stazionari.

«È chiaro che al Papa piace affacciarsi e vedere la gente, e anche poter parlare con loro, interagire», avevano riferito fonti vaticane.

Ma la crisi inaspettata di venerdì ha di fatto decretato che, per la terza volta, l'Angelus fosse solamente un testo scritto.

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