Il Movimento 5 Stelle vuole ridurre il numero dei parlamentari, ma potrebbe finire per tagliare se stesso. Eh già, perché qualora dovesse vincere il "Sì" i grillini rischierebbero seriamente di perdere il 65% dei parlamentari alle prossime elezioni Politiche. Se gli italiani domenica 20 e lunedì 21 settembre daranno il via libera alla riforma costituzionale che diminuisce gli eletti da 945 a 600, solamente un leader politico potrà festeggiare: Giorgia Meloni. Se dovesse passare il referendum Fratelli d'Italia sarebbe in grado di raddoppiare la propria rappresentanza parlamentare. Si tratterebbe di un risultato importantissimo per l'ex ministro della Gioventù che, stando alle percentuali assegnate dai sondaggi di opinione, potrebbe aumentare rispetto a oggi la propria consistenza in Parlamento.
Invece le altre forze politiche non riuscirebbero a replicare l'attuale squadra di rappresentanti. Ecco perché non è affatto da escludere che nei prossimi giorni all'interno del palazzo possa crescere il fronte del "No". Anche se i calcoli precisi potranno essere effettuati solamente dopo l'approvazione della nuova legge elettorale, i partiti dovranno rinunciare a qualcuno che attualmente siede nei banchi sia della Camera sia del Senato. Come fa notare Italia Oggi, l'intenzione è quella di dare vita a un modello sostanzialmente proporzionale, corretto a seconda della soglia di sbarramento che verrebbe scelta.
L'autogol dei grillini
Va sottolineato che i pentastellati rischiano un clamoroso autogol: con una legge proporzionale e una soglia molto bassa nel nuovo parlamento tagliato, nelle condizioni attuali perderebbero quasi due terzi dei propri eletti. Il Partito democratico tra il 15 e il 20% dei suoi attuali rappresentanti, mentre Forza Italia quasi la metà degli attuali gruppi parlamentari. Si potrebbe mettere male per la Lega di Matteo Salvini: oggi può contare su 190 seggi nei due rami del Parlamento, ma in caso di riduzione potrebbe perdere dai 25 ai 50 rappresentanti.
Gli ultimi sondaggi danno il "Sì" nettamente vincente, con percentuali che oscillano tra i due terzi e i tre quarti degli elettori. L'esito del referendum però non è affatto scontato: cresce ogni giorno la truppa del "No". Il forzista Renato Brunetta è convinto che la vittoria del "No" al referendum sul taglio dei parlamentari sarebbe un pesantissimo colpo sulla credibilità del Movimento 5 Stelle e favorirebbe il centrodestra: "Converrebbe innanzitutto al centrodestra, ma ovviamente a tutti coloro che ancora credono nella democrazia parlamentare e soprattutto a coloro la cui vista non è annebbiata dai fumi dell'antipolitica".
E attenzione agli strappi nella maggioranza: Francesco Verducci, senatore dem area Orfini, ha sollecitato i vertici ad assumere una posizione netta sulla consultazione: "Io sento fortissima tra i militanti la crescita delle adesioni al No ma anche lo sconcerto per un Pd che non prende posizione, che si defila, che fa finta che questo referendum non ci sia. E mentre non si discute, stanno crescendo spontaneamente le adesioni dei nostri ai vari comitati del No".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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