Esperti in campo: no al referendum

Appello di 183 costituzionalisti sulla riforma taglia seggi: "Creerà squilibrio"

Esperti in campo: no al referendum

Il fronte del No al taglio dei parlamentari avanza e mette a segno a un punto in proprio favore: 183 costituzionalisti in un documento smontano pezzo pezzo la riforma dei 5 stelle sulla riduzione, da 945 a 600, dei parlamentari: legge che il prossimo 20 e 21 settembre dovrà passare al vaglio del referendum confermativo. È un'iniziativa autonoma, quella dei costituzionalisti, distinta dai partiti e dal comitato del No, che colpisce al cuore il provvedimento voluto dal M5s e appoggiato dal Pd. I promotori dell'appello-documento sono Alessandro Morelli, Fiammetta Salmoni, Michele Della Morte, Marina Calamo Specchia, Vincenzo Casamassima. Ma le adesioni arrivano da nord a sud: il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro, e i professori emeriti Giuseppe Ugo Rescigno, Gianni Ferrara, Paolo Caretti e Massimo Villone. «Non può trascurarsi, - spiegano i 183 -, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare nei limiti del possibile la rappresentatività delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo». «Il taglio lineare prodotto dalla revisione - si legge del documento - incide sulla rappresentatività delle Camere e crea problemi al funzionamento dell'apparato statale». I costituzionalisti argomentano in cinque punti le ragioni tecniche per le quali è necessario dire no alla riforma, «illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta. La riforma - spiegano i firmatari dell'appello - non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto». «Ma soprattutto appare una riforma ispirata da una logica punitiva nei confronti dei parlamentari».

L'intervento dei costituzionalisti aumenta le incertezze in casa Pd e spacca il fronte del Si. Matteo Orfini, ex presidente dei dem, si schiera con il No: Il sì è questo: l'umiliazione della politica. Si schiera con il no anche la parlamentare dei 5e stelle Elisa Siragusa. Mentre si allinea al diktat grillino Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: «È da 30 anni che il centrosinistra propone di ridurre il numero dei parlamentari». Il governatore uscente della Campania Vincenzo De Luca è tentato dal No. Il Pd è nell'angolo: c'è il nodo della legge elettorale su cui Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini non voglio cedere. Prima la riforma elettorale. Poi il si al taglio dei parlamentari. Il segretario dem, da Ascoli Piceno, esce allo scoperto: «Faremo fra qualche giorno la direzione nazionale del Pd per assumere un orientamento. Il problema non è del Pd, ma della maggioranza che sostiene il governo. Noi abbiamo deciso un anno fa di procedere al taglio dei parlamentari e parallelamente a fare modifiche regolamentari per rafforzare questo aspetto. Se questo non avviene, non è un problema del Pd che lo ha chiesto, ma di tutta la maggioranza.

E confido che il presidente Conte e l'intera maggioranza capiscano che è un tema da affrontare». Si deciderà, dunque, in direzione a inizio settembre. Un passaggio che potrà decidere le sorti del referendum. E del governo giallorosso.

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