Leghista sulla tomba del Duce ora ha perso il posto di lavoro

Il consigliere Pd aveva denunciato il portavoce leghista alla Regione Piemonte Andrea Lorusso, postando una foto che lo ritraeva in ginocchio e a mani giunte davanti alla tomba di Benito Mussolini

Leghista sulla tomba del Duce ora ha perso il posto di lavoro

A mani giunte davanti alla tomba di Benito Mussolini a Predappio. La foto che ritrae il portavoce leghista alla Regione Piemonte, Andrea Lorusso, mentre prega davanti alle spoglie del Duce è rimbalzata da un social all'altro e su tutte le maggiori testate giornalistiche, nei giorni scorsi.

A denunciarlo era stato il consigliere Pd Gianvito Pontrandolfo, che su Facebook aveva condiviso lo scatto di Lorusso, insieme ad altre frasi fasciste, postate negli anni passati dal consigliere leghista. Da lì, su Lorusso si era scatenata la bufera, che ha portato l'assessora leghista Chiara Caucino, dopo le pressioni della sinistra, a licenziarlo. Nemmeno il suo stesso partito, quindi, lo ha aiutato a difendersi.

Andrea Lorusso aveva tentato di spiegare la sua posizione, sottolineando di non essere un fascista: "Ho pubblicato sempre foto irriverenti, citazioni scomode, la mia è pura e semplice provocazione intellettuale, un andare controcorrente", scrive su Facebook.

Il tutto aveva preso il via dalla ricerca di Pontrandolfo, che ha iniziato a scavare nei profili social dei suoi avversari e in quello di Lorusso ha trovato quello che ai suoi occhi è apparso subito un tesoro da usare contro il portavoce leghista: la foto che lo ritrae davanti alla tomba del Duce, in preghiera, e una frase sulla donna ai tempi del fascismo.

Frase Mussolini Lorusso

Da lì è iniziata la gogna, che non è stata solamente mediatica, ma anche politica, tanto appunto da aver spinto l'assessora a licenziare il suo portavoce in Regione Piemonte.

E gli esponenti di destra hanno definito "inaccettabile" il contenuto apparso sulla bacheca di Lorusso, che è stato definitivamente condannato: dalla sinistra a priori, dalla destra dopo la bufera e le pressioni politiche.

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