Stupro di Palermo, la vittima va in tivù: "Non dormo. Ho provato a farla finita"

"Credo in ciò che sono e per questo ho deciso di metterci la faccia"

Stupro di Palermo, la vittima va in tivù: "Non dormo. Ho provato a farla finita"
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«Credo in ciò che sono e per questo ho deciso di metterci la faccia. Mi sono dovuta allontanare da Palermo, la notte non dormo, appena scende il sole arrivano i brutti pensieri e piango. Quello che hanno scritto sui social, giudicandomi, mi ha fatto molto male: nell'ultima comunità dove sono stata hanno chiamato i carabinieri perché ho tentato di togliermi la vita».

Lunghi capelli ricci, occhioni scuri incorniciati da folte ciglia, guance rosse di fard. In realtà si chiama Asia, anche se in questi mesi l'avevamo chiamata tutti con un nome di fantasia, Francesca. Parliamo della 19enne che nella notte tra il 6 e il 7 luglio è rimasta vittima della violenza di sette giovani, di cui uno minorenne, in un cantiere abbandonato sul lungomare di Palermo, al Foro Italico. Ieri sera la ragazza ha accettato di raccontarsi per la prima volta, mostrandosi a volto scoperto davanti alle telecamere nel programma condotto su RaiTre da Nunzia De Girolamo, «Avanti Popolo». E ha ricostruito e denunciato quanto successo in quella terribile notte durante la quale uno degli aggressori, il minorenne Riccardo, aveva anche filmato parti dell'assalto, inoltrando il video mentre la violenza era ancora in corso.

Racconta di una infanzia difficile, Asia, di un padre violento che l'ha abbandonata intorno ai tre anni, di una madre che l'amava, che ballava con lei nonostante fosse malata di una grave forma di sclerosi multipla che se l'è portata via quando lei, Asia, aveva solo 14 anni.

«Quindi sono stata in comunità - continua la 19enne - Quando sono uscita ho vissuto con un ragazzo, ma poi i genitori hanno detto di non potermi più tenere: lui mi abbandonò in piazza Indipendenza a Palermo promettendomi di tornare a prendermi. L'ho aspettato tre giorni, non l'ho più rivisto».

Da allora Asia dice di cercare in un uomo «una figura paterna, una persona che mi dia calore». Crede di trovarla nell'amico Angelo Flores che poi si scoprirà essere stato «l'organizzatore» dello stupro di luglio. «Lui sapeva tutto di me, diceva che non mi avrebbe mai fatto male. Mi proteggeva, quando pioveva mi copriva, mi dava la sua giacca... Ero ossessionata da Angelo, mi ero innamorata. E la sera della violenza mi ero affidata a lui completamente» confessa Asia a De Girolamo.

«Quella sera avevo bevuto e non mi reggevo in piedi, Angelo e i suoi amici mi tenevano per le braccia, ma la gente che mi vedeva passare con quei

ragazzi in quello stato non si è chiesta se stavo male. (...) Il mio futuro? - conclude Asia prima di farsi abbracciare stretta da De Girolamo-. Voglio un lavoro, frequentare psicologia all'università e magari vivere a Milano».

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