Dopo la strage della scorsa settimana nel canale di Sicilia, e con gli immigrati che continuano ad arrivare sulle nostre coste - ancora ieri in Salento altri 70 tra siriani e somali hanno toccato terra in due diversi sbarchi - Matteo Renzi è più che mai in alto mare. Tra i tanti fronti critici, nemmeno l'emergenza immigrazione gli concede tregua. Il premier è tornato dal vertice Ue con più soldi, certo, ma con zero soluzioni per «spalmare» sull'intera Europa la pressione migratoria intercettata dalle nostre coste, e con un pugno di mosche anche per quanto riguarda una eventuale missione Ue in Libia.
Nei fatti, la rogna dell'accoglienza rimane al Paese d'arrivo dei flussi migratori, che nella stragrande maggioranza dei casi è proprio l'Italia. L'Ue ha triplicato i fondi di Triton, qualche stato membro ha promesso più mezzi, ma tutti si sono lavati le mani su una più equa distribuzione delle presenze. Insomma, l'«invasione» di migranti e profughi resta un problema di Renzi e dell'Italia, che hanno visto affondare la speranza di derogare a quanto previsto dal regolamento di Dublino (quello che vincola i rifugiati a chiedere asilo nel Paese in cui sbarcano).
Sullo stesso vertice straordinario voluto dal premier s'è registrata la generale bocciatura non solo della politica, prodiga di critiche verso Renzi, ma anche delle associazioni che si occupano di accoglienza, che hanno «salutato» le novità come un clamoroso buco nell'acqua. Servirà a poco anche l'odierna passerella «solidale» sulla nave San Giusto, che vedrà Renzi con «lady Pesc» Federica Mogherini e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon - che ha escluso «soluzioni militari» sui migranti - in «crociera» al largo delle coste siciliane per «valutare la situazione».
L'occasione buona Renzi e il suo governo l'hanno avuta - e persa - nel semestre europeo a guida italiana, quando il tema «caldissimo» dell'immigrazione ha prodotto soluzioni tutt'al più tiepide. La più «vistosa» delle quali è stata il battesimo di Triton. L'operazione che ha sostituito Mare Nostrum e la cui inadeguatezza è stata dimostrata a più riprese, tanto che solo dopo l'ultima tragedia nel canale di Sicilia il vertice Ue sull'immigrazione è corso ai ripari, ripristinando di fatto gli stanziamenti di Mare Nostrum . La «vetrina» europea di Renzi poteva e doveva essere il momento per smuovere le acque sul tema del trattato di Dublino e sul sistema europeo di asilo, ma il premier non ha incrinato le posizioni di Germania, Francia e Gran Bretagna, che pure l'altro giorno hanno ribadito sul punto di voler tenere le porte di casa ben chiuse.
Così nella gestione dell'emergenza Renzi continua a navigare a vista. Mentre il ministro dell'Interno Angelino Alfano convoca per il 7 maggio la «cabina di regia» chiesta da Fassino e Chiamparino per fare il punto sull'emergenza profughi con Anci e regioni. Ma la proposta del sindaco di Torino - fare delle caserme dismesse «hub di accoglienza» per i profughi, viene bocciata in culla dal governatore veneto Luca Zaia: «Sono inutilizzabili per fatiscenza e insalubrità, si calpesterebbe la dignità delle persone».
L'Unione europea nei giorni scorsi ha triplicato i fondi stanziati per Triton ma ha lasciato la gestione dell'emergenza profughi in mano all'Italia
di Massimo Malpica
Roma
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