L'Emilia travolta dall'acqua: due morti, danni e paesi isolati

Diluvio e fiumi esondati: rischio evacuazione per 5mila persone. Stop ai treni e scuole chiuse. Meloni invia Curcio

L'Emilia travolta dall'acqua: due morti, danni e paesi isolati

Fino a pochi giorni fa i torrenti erano inesistenti, secchi. In poche ore si sono trasformati in una furia d'acqua, che ha travolto case, auto, persone. Provocando due morti e un disperso.

Dall'allarme siccità l'Emilia Romagna è passata di colpo all'allarme maltempo. Le piogge torrenziali hanno fatto tracimare il Lamone e il fiume Gaiana, lungo i quali i vigili del fuoco hanno sgomberato diverse abitazioni allagate, senza luce e acqua. A Faenza gli sfollati sono stati accolti nel palazzetto dello sport e nelle vie si gira in Kayak. Ravenna è sott'acqua e i treni si sono fermati. Interrotte anche alcune strade nel Ravennate e sull'Appennino. Disagi anche a Bologna: città bloccata, blackout di due ore in aeroporto e stazione in tilt.

Un uomo di 80 anni è morto travolto dall'acqua a Castel Bolognese mentre, secondo le prime ricostruzioni, stava percorrendo in bici una zona interdetta alla circolazione, dopo la fuoriuscita del Senio. Un'altra persona è stata trovata morta in un'abitazione a Fontanelice (Bologna), crollata a causa di una frana. Tante le persone evacuate: 250 solo a Faenza e circa 60 ciascuna a Castel Bolognese e Conselice. Al lavoro, ininterrottamente da ore, ci sono 300 vigili del fuoco.

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha immediatamente chiesto lo stato di mobilitazione per l'intervento del sistema di Protezione civile e la copertura delle prime spese necessarie per affrontare l'emergenza. E su Twitter scrive un messaggio («Ci rialzeremo») ringraziando tutti quelli che hanno manifestato la loro solidarietà per l'alluvione, compresi la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La macchina del governo si è subito messa in moto per sostenere soccorsi e spese. «In 36 ore sono caduti più di 140 millimetri di acqua, un valore veramente importante su un territorio reso impermeabile dalla siccità, cosa che in alcuni casi ha creato una via importante di scorrimento» rileva il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio dopo aver sorvolato in elicottero sulla zona alluvionata.

Gli agricoltori stanno facendo la conta dei danni, che si sommano a quelli delle gelate di alcune settimane fa. «Una sequenza di eventi così nefasta che purtroppo - rileva Stefano Francia, presidente Cia - ormai non è più eccezionale». Dopo la siccità la terra non è più in grado di assorbire tali quantità di acqua: nei frutteti, nei vigneti e nei campi c'è un problema di asfissia radicale delle piante, oltre ad un dilavamento dei terreni e perdita di piantine appena germogliate. Il sistema idraulico non tiene e questo dimostra quanto sia importante la manutenzione della rete di scoli e degli invasi, che non servono solo a immagazzinare acqua per l'irrigazione, ma pure a trattenerla in queste circostanze.

Ci si rende perfettamente conto che il problema da affrontare non riguarda solo questa sciagura, non interessa solo la Romagna. Potrebbe accadere ovunque.

«Dobbiamo affrontare il cambio climatico e procedere con un approccio strategico, consapevoli che non si tratta di emergenze ma di eventi ciclici. La ricerca legata all'innovazione è essenziale e noi siamo in ritardo. Dobbiamo capovolgere questo dato anche utilizzando le grandi capacità che abbiamo» dice chiaramente il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. «Allo stesso tempo dobbiamo lavorare per affrontare la siccità: dobbiamo captare l'acqua piovana oltre quell'11% che riusciamo a trattenere. Sul piano strategico dobbiamo ragionare sulle nostre dighe, pulirle». Non ci sono Nazioni in Europa che hanno la dispersione idrica che si registra in Italia: noi arriviamo al 50% al sud, al 40% sul piano nazionale. Nel piano ambiente andrà considerata anche l'emergenza caldo. Quest'anno arriverà probabilmente anche El Nino ad infuocare l'estate. La previsione la fa l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), organismo dell'Onu, in un post sul suo sito.

El Nino è un fenomeno climatico di riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, fino alle coste di Perù ed Ecuador. Si ripete con intervalli da 2 a 7 anni e dura da 9 a 12 mesi. Porta ondate di calore, siccità e alluvioni in varie parti del mondo.

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