A Gad Lerner non sembra vero di poter pontificare sulla caduta del governo giallo-verde. Alla fine di Conte, per l'ex giornalista di Lotta Continua, corrisponde quella della Lega e del "razzismo di Stato" contro cui si è battuto nei 14 mesi di Matteo Salvini al Viminale. Ora che il pericolo è passato Lerner rialza la cresta. Lo fa nel suo articolo sul Venerdì di Repubblica intitolato "A proposito di liste di proscrizione".
Nell'editoriale, il giornalista rivendica con orgoglio l'elenco dei "zelanti propagandisti contemporanei della difesa della razza" da lui stilato qualche mese prima. Nel calderone erano finiti Del Debbio, Giordano, Belpietro, Cruciani e Feltri. Agli occhi di Lerner, tutti colpevoli di non pensarla come lui. E a loro si aggiungono altri reprobi. Tranquillizzato dalla probabile uscita della Lega dai palazzi del potere, il giornalista aggiorna la sua personale lista di proscrizione. Ma senza assumersene la responsabilità.
Infatti cita l'analoga iniziativa dell'"elefantino" Giuliano Ferrara, che negli ultimi tempi ha puntato il dito - scrive Lerner - contro quei "personaggi che si sono macchiati di indulgenza e/o aperto sostegno nei confronti di grillini e leghisti: Massimo Franco, Piero Ignazi, Giovanni Orsina ed Ernesto Galli della Loggia", senza "risparmiare una fustigazione alla schiena per il povero Aldo Cazzullo, mentre Vittorio Feltri ha goduto della clemenza della corte in quanto non più responsabile dei propri atti".
E poi altri nomi ancora, "seppure beneficiati di
immunità: Maria Giovanna Maglie, Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli, Annalisa Chirico". Altri profili indesiderabili, professionisti dell'informazione che a differenza di Lerner non hanno mai avuto la tessera del Pd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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