Enrico Letta chiama i rinforzi per smacchiare il giaguaro Conte. Pierluigi Bersani diventa il tutor del segretario del Pd nello sprint finale della campagna elettorale. Letta-Bersani: eccola la coppia scelta per tamponare l'emorragia di voti sull'ala sinistra. La mossa del cavallo arriva al fotofinish. Nelle stesse ore in cui Romano Prodi, fondatore del Partito, chiede un congresso: «Se non partiamo subito con un congresso, il Partito Democratico non si ricostituirà mai». L'ufficio stampa del professore poi corregge il tiro per non minare ancora di più il campo in casa dem: «L'assalto al segretario, dopo le elezioni, sarebbe inutile e deleterio. Ciò che serve ad un partito è ritrovarsi, in una discussione corale e che coinvolga decine di migliaia di persone».
I democratici sentono il fiato sul collo dell'avvocato in pochette che ruba voti su voti nell'area progressista. E tra una piazza e l'altra, Conte si concede il lusso di umiliare il partigiano Letta, appropriandosi di Bella Ciao. L'affronto si consuma nella città Genova, altro tempio della resistenza. Il limite è superato. Letta corre da Bersani, che ancora riesce a spostare voti nell'elettorato di sinistra, per risalire la china. Lunedì e martedì i due vecchi compagni di partito sono stati in tour a Napoli, toccando tutte le roccaforti (ex) rosse: Portici, Ercolano, San Giorgio, Torre del Greco. Il segretario del Pd non si presenta più solo. Ma scortato da Bersani. L'obiettivo è quello di recuperare voti tra la sinistra delusa, che non perdona a Letta il sì alle armi e l'innamoramento per l'agenda Draghi. «Bersani pensaci tu», ripete Letta. Sarà compito dell'ex segretario del Pd, lui che nel 2013 disse «siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto», smacchiare Conte. Impresa non semplice, i danni sono già prodotti. Prima di Napoli c'è stata, sabato 17 settembre, la tappa di Reggio Calabria in Calabria. Bersani e Letta erano ancora insieme sul palco. Sempre nel Sud, dove il M5s galoppa e spaventa i democratici.
Letta vuole salvare faccia e poltrona. «Se il Pd arriva dietro il M5s si apre uno scenario devastante per il partito», rivela al Giornale un senatore lettiano. «Nel giro di due anni il Pd non esisterà più, divorato da Renzi e Conte» rincara il senatore dem. La tensione è alle stelle nel Pd. La campagna elettorale sta facendo emergere veleni e spaccature. In alcuni casi pubbliche. In provincia di Napoli, martedì pomeriggio, Bersani, Letta e Franceschini erano impegnati a Portici, ospiti del sindaco Enzo Cuomo, in un'iniziativa elettorale. Prima che Letta prendesse la parola, il ministro della Cultura Dario Franceschini abbandona il teatro. Parla il segretario e Franceschini scappa. Gelo in sala. Ecco la fotografia del clima che si respira al Nazareno. C'è un partito da salvare dall'opa contiana. Bersani, che pur è un fan dell'avvocato di Volturara Appula, non si tira indietro. Vuole salvare il salvabile della sinistra. «Con il segretario del Partito democratico Enrico Letta stiamo facendo le cose assieme siamo in una stessa lista.
Ma vorrei si dicesse più chiaramente che questa lista, Pd-Italia Democratica e progressista, che abbiamo fatto assieme è premessa e promessa di percorso nuovo della sinistra di governo dove c'è l'impegno ad allargare la prospettiva, a partire da un progetto costituente» - ammette l'ex segretario dei dem. Che avverte: «Se il Pd va male alle elezioni sarà fatto fuori il segretario».
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