L'ex padre-padrone del Sudan alla sbarra. Per Bashir il rischio è la condanna a morte

Era già in carcere per corruzione: ora verrà giudicato per il golpe del 1989

L'ex padre-padrone del Sudan alla sbarra. Per Bashir il rischio è la condanna a morte

È la prima volta nella storia moderna del mondo arabo che il protagonista di un colpo di Stato viene processato. É il caso dell'ex «uomo forte» del Sudan, Omar al-Bashir, 76 anni, deposto con una rivolta popolare lo scorso anno. Ora Bashir però potrebbe essere condannato alla pena di morte per il suo golpe del 1989 contro il governo democraticamente eletto del premier Sadek al-Mahdi.

Il processo si è aperto ieri mattina nella capitale Khartum. Bashir e gli altri imputati, dieci militari e sei civili, sono accusati di aver pianificato il colpo di Stato del 30 giugno 1989 quando l'esercito arrestò i leader politici del Sudan, sospese il Parlamento e altri organi statali, chiuse l'aeroporto e annunciò il putsch alla radio. Gli altri imputati sono i suoi ex vice presidenti, Ali Osman Taha e Bakri Hassan Saleh, nonché ex ministri e governatori. Il vero cervello però dietro il colpo di stato militare, Hassan al-Turabi del Fronte islamico nazionale, artefice della dura islamizzazione del Paese è morto nel 2016.

L'11 aprile 2019 Bashir è stato rovesciato dopo diversi mesi di dimostrazioni di piazza senza precedenti a favore della democrazia che alla fine portarono alla creazione di un Consiglio di transizione civile-militare. Bashir è anche indagato per l'uccisione di manifestanti e, a dicembre, un tribunale sudanese gli ha assegnato una prima condanna a due anni per corruzione. Il leader sudanese è anche ricercato dalla Corte penale internazionale, con l'accusa di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità per atrocità commesse dalle forze filo-governative nel Darfur. Le autorità del Sudan, che hanno il compito di condurre il paese alle elezioni in base a un accordo di condivisione del potere di 39 mesi, devono però ancora consegnarlo alla Corte penale internazionale.

Il processo per il golpe del 1989 segna comunque una svolta storica. L'avvocato Moaz Hadra ha affermato che «questa è la prima volta che qualcuno che perpetra un colpo di stato verrà assicurato alla giustizia» in Sudan, che ha visto tre colpi di stato dalla sua indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1956. «Questo processo sarà un avvertimento per chiunque cerchi di distruggere il sistema costituzionale. Ciò salvaguarderà la democrazia sudanese» ha sottolineato Hadra. Uno dei 150 avvocati difensori, Hashem al-Gali, invece ha fatto notare che Bashir e gli altri dovranno affrontare «un processo politico» che si svolge «in un ambiente ostile». Il governo del primo ministro Abdalla Hamdok ha però recentemente varato importanti riforme.

Ha abolito le leggi che limitavano la libertà di movimento delle donne, ha bandito la pratica delle mutilazioni genitali femminili, ha eliminato una legge contro l'apostasia e ha allentato il divieto di bere alcolici. Il Sudan è ancora nell'elenco degli sponsor statali del «terrorismo» del Dipartimento di Stato americano. Ma Khartum spera presto di esserne rimosso per avere più facile accesso ad aiuti e investimenti stranieri.

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