Libero di uccidere

L’uomo in fuga è un ex militare russo con precedenti per rapine e violenze. Le forze dell’ordine dicevano: assecondatelo

Libero di uccidere

Ora lo stanno cercando dappertutto, ma non sarà una passeggiata trovarlo. Il killer del barista di Budrio, in fuga da sabato sera, è un pazzo violento pronto a tutto e sa il fatto suo. Parliamo di un ex militare russo – una sorta di Rambo al negativo – che ha già collezionato numerose rapine, diverse delle quali sanguinose. Nel 2008 venne arrestato, ma nel 2015 era già libero di scorrazzare nonostante definito nelle carte uno ad «alta pericolosità» al punto che le forze dell’ordine hanno più volte raccomandato di «assecondarlo» a chi per caso lo avesse incrociato.

Le domande sorgono spontanee. Cosa ci faceva uno così a piede libero? Perché, una volta scarcerato, non fu estradato (non è neppure cittadino comunitario)? Perché nessuna procura ha ordinato di braccarlo quando si sono fatti forti i sospetti che ci fosse lui dietro le recenti rapine violente nel Ferrarese? Perché un uomo notoriamente pericoloso viene lasciato libero di uccidere, cosa che infatti è puntualmente accaduta? Perché la presunta obbligatorietà dell’azione penale per i magistrati vale solo per inseguire fama e notorietà nelle fumose inchieste sui politici e sui loro familiari?

Le risposte sono tante, ma una le riassume tutte: perché la giustizia è diventata un fatto prevalentemente politico. Nelle stesse ore in cui il russo freddava il nostro barista, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, era impegnato a contendere a Matteo Renzi le primarie del Pd. Stamane leggere i giornali faceva un certo effetto: da una parte i cittadini a protestare contro la mancanza di giustizia e sicurezza, la pagina seguente il ministro della Giustizia a protestare contro presunti brogli nel tesseramento del suo partito.

Povero Orlando. Non ne facciamo una questione personale, è uno perbene, non è colpa sua se la giustizia fa più acqua del suo partito e i criminali sono a piede libero. E i magistrati? In queste ore il Csm - organo supremo – sta discutendo non di espulsioni per i rapinatori, ma se e come pm e giudici possano fare politica attiva.

E i politici? Loro si stanno azzuffando in Senato per trovare il modo di espellere non il russo libero di uccidere, ma Minzolini, libero di votare. Ecco spiegato, in sintesi, perché muore un barista: una vera ingiustizia.

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