"Un progetto nuovo per la Liguria con un programma forte". Magari insieme al Movimento 5 Stelle, con cui "abbiamo tanti temi in comune" scritti nel programma di governo. In un'intervista a Repubblica la deputata spezzina del Pd, Raffaella Paita, candidata del centro-sinistra alle elezioni regionali del 2015 in Liguria, sogna di scalzare Giovanni Toti dalla poltrona di governatore. Come? Adottando il modello appena inaugurato in Parlamento, dove si è trovato l'accordo - che appariva utopistico fino a pochi mesi fa - tra Pd e Movimento 5 Stelle. Due partiti opposti, per stile e contenuti.
Anche in Liguria, dove per anni se le sono date di santa ragione. I cittadini liguri non dimenticano i battibecchi pressoché quotidiani tra Paita e la principale portavoce ligure del Movimento 5 Stelle, Alice Salvatore. Un capitolo che potrebbe presto chiudersi in nome delle poltrone. E dalla tentazione che aleggia negli ambienti dem: mettersi con Grillo e mandare a casa Toti - che probabilmente si ricandiderà - alle Regionali del 2020.
D'altronde, la priorità di Paita e di tutto il Pd ligure è "fermare la destra sovranista. Toti e i suoi - spiega la deputata del Pd, che quattro anni fa vinse le primarie del centro-sinistra in Liguria tra mille polemiche a causa di sospetti brogli - sono in crisi perché è fallito un progetto politico. Toti si è presentato agli elettori come la parte moderata della coalizione, ha deciso lui, in questi quattro anni, di aderire alla parte più sovranista".
Non la pensano così i cittadini liguri, che in base all'aria che tira sembrano essere massicciamente dalla parte del fondatore di "Cambiamo". Per sconfiggerlo, non bastano le buone intenzioni: servono i voti. Che possono arrivare dal Movimento 5 Stelle.
"Con loro - spiega Paita - abbiamo costruito un programma di governo, che è ben diverso dal precedente contratto. Condividiamo l’idea di sviluppo del Paese, senza lo stillicidio delle dichiarazioni quotidiane. Lavoriamo per migliorare le condizioni di vita delle persone: se avrà successo, sarà più facile un ragionamento sul piano locale, che non darei per scontato. Credo però che avrà uno sviluppo positivo, anche perché abbiamo temi comuni: in Liguria dobbiamo affrontare il tema degli anziani, di chi cerca il lavoro, della fragilità, oltre alla sanità, anche i servizi, poi l’ambiente e i rifiuti".
La sensazione, insomma, è che il patto di desistenza già annunciato in Umbria, Calabria ed Emilia-Romagna, potrebbe ripetersi anche in Liguria.
Storica roccaforte della sinistra, governata dal centrodestra solo in due occasioni (Sandro Biasotti, 2000-2005; Giovanni Toti, 2015-2020). Ora il Pd sogna di riprendersela.Se necessario, anche con l'aiuto degli ex nemici pentastellati.
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