Nucleare, il ritorno entro metà 2030

L'indagine conoscitiva in corso alla Camera

Nucleare, il ritorno entro metà 2030
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Gli Small Modular Reactor (Smr) di terza generazione avanzata per la produzione di energia nucleare «dovrebbero essere commercialmente disponibili a partire dalla prima metà del 2030». È quanto ha sottolineato in audizione presso le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera l'head of group innovation di Enel, Nicola Rossi, aggiungendo che, «con il raggiungimento della produzione di serie, i costi potrebbero ridursi fino ad essere confrontabili con quelli complessivi delle fonti rinnovabili, con conseguenti benefici attesi sul costo dell'energia». La newco di Enel con Ansaldo Energia e Leonardo, ha proseguito Rossi, «avrà il compito di valutare, focalizzandosi principalmente sugli Smr di terza generazione, l'applicabilità tecnica ed economica nel contesto italiano, selezionando le tecnologie più interessanti». Il percorso richiederà «circa 2-3 anni». Quando sugli Smr si raggiungeranno economie di scala il target è «3-5 milioni di euro a Megawatt come costo del capitale». Secondo il direttore Strategia di Edison, Lorenzo Mottura, anch'egli audito dalle commissioni, «la stima preliminare di costo dell'energia si attesta intorno ai 100 euro al Megawattora» in quanto «i reattori possono lavorare più di 8mila ore mentre gli impianti rinnovabili per circa 2mila» e che le rinnovabili hanno costi aggiuntivi di «circa 40 euro per lo stoccaggio e per la distribuzione e le reti di trasmissione». Per Massimiliano Picciani, responsabile nucleare di Bpifrance, «alcuni reattori possono essere immessi sul mercato già prima del 2030, se il regolatore è d'accordo, e sono quelli che fanno calore industriale», mentre gli altri «hanno bisogno di più tempo» anche se, accelerando sul versante finanziario, «si può andare verso il 2035».

L'ad di Sogin (la società pubblica che opera il decommissioning delle vecchie centrali), Gian Luca Artizzu, ha specificato che i quattro siti in smantellamento (Trino, Caorso, Latina e Garigliano) sono «progettati secondo i migliori standard internazionali per contenere delle centrali nucleari» e «potrebbero essere utilizzati se ci fosse volontà politica».

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