L'ingrata analisi di Zelensky

La gratitudine, in politica, non esiste. O meglio, quando è manifestata, lo è quasi sempre per ottenere un obiettivo politico, per mutare determinati rapporti di forza

L'ingrata analisi di Zelensky

La gratitudine, in politica, non esiste. O meglio, quando è manifestata, lo è quasi sempre per ottenere un obiettivo politico, per mutare determinati rapporti di forza. Così, ecco, il capo di stato ucraino Zelensky molto riconoscente a Giorgia Meloni del caloroso appoggio, e ancor più a Draghi.

Un lettore straniero, scorrendo l'intervista al presidente ucraino sul Corriere della sera, potrebbe tuttavia pensare che Draghi e Meloni sedessero assieme nel governo. Quando in realtà, la neo premier, come tutti sanno, fu la sua unica oppositrice, anche se sull'Ucraina ha meritatamente sempre votato con l'esecutivo. Invece, giù schiaffoni, da parte di Zelensky, a quelli che non solo partecipavano al governo Draghi, ma che lo hanno reso possibile: Salvini e soprattutto Berlusconi. Il quale, secondo Zelensky, ripeterebbe le tesi di Putin ma sarebbe comunque innocuo, perché il suo partito ha ottenuto solo l'8% e perché quasi novantenne. Ora, certamente l'eroico Zelensky, e lo scriviamo senza ironia, è impegnato in questioni ben più vitali che seguire la politica italiana, ma sarebbe giusto rimembragli che, senza Berlusconi (e Salvini), Draghi non sarebbe mai diventato premier.

Chi ricorda i giorni della formazione del governo, sa che Forza Italia fu determinante non solo in termini di voti: senza la sua presenza, e in parte quella della Lega, l'esperimento Draghi non sarebbe mai nato, perché sarebbe stata una versione appena più accettabile di quello giallo-rosso. Cioè, senza Berlusconi (e Salvini) probabilmente avremmo avuto un Conte III: che immaginiamo quale aiuto avrebbe fornito a Zelensky. Del resto, il giornalista del Corriere avrebbe potuto far notare a Zelensky che pure la stessa Meloni abbisogna dei voti di Berlusconi: tanti o pochi che siano l'8%, sono determinanti, anche per aiutare l'Ucraina. Così come il presidente avrebbe potuto essere più equanime e valutare, più che le parole di Berlusconi, gli atti di Forza Italia: mentre Conte e, in parte Salvini, protestavano per le sanzioni alla Russia e per l'invio delle armi (alla fine poi votando comunque a favore) Berlusconi ha sempre spinto per la massima solidarietà a Zelensky.

Una solidarietà che arreca degli effetti sull'economia italiana e sulla

vita dei cittadini: l'8% di Forza Italia e della Lega è anche il frutto della condivisione di una responsabilità di governo che, come si sa, non porta voti. Mentre sarebbe stato molto più profittevole stare all'opposizione.

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