L'Italia è cambiata ma i gialloverdi non l'hanno capito

L'Italia è cambiata ma i gialloverdi non l'hanno capito

È successo a molti, prima di loro. Dalla Dc al Pd, molti leader di partito con funzioni di governo non hanno saputo adattare la propria leadership alle mutate esigenze della politica, della società e del Paese. Spesso perché non hanno capito la profondità del mutamento, sempre per eccessiva fiducia nelle proprie forze. Hanno finito così per replicare, esaltandoli, gli schemi che li portarono al successo, rilanciando con sempre maggior enfasi parole d'ordine ormai vecchie. Vecchie perché non più coerenti con le mutate esigenze dei cittadini.

È l'errore che stanno facendo oggi sia Matteo Salvini sia Luigi Di Maio. Rispetto ad un anno fa, infatti, molto è cambiato. Un anno fa in cima alle preoccupazioni degli italiani c'erano l'immigrazione, la sicurezza, il desiderio di ricambio politico. Oggi non più. Oggi domina la concretezza ed emergono i bisogni reali. Cito i dati di un recente sondaggio elaborato da Tecnè. I primi cinque punti che gli italiani considerano oggi prioritari hanno tutti a che vedere con l'andamento dell'economia: lavoro, tasse, stipendi, pensioni... Sicurezza e spirito anti-Casta sono in coda alle priorità, segno evidente del fatto che le ragioni del malessere sociale anziché diminuire sono aumentate. E le ragioni del malessere sono principalmente economiche. Solo il 4,1% degli italiani, infatti, ritiene che negli ultimi 12 mesi la condizione economica della propria famiglia sia migliorata: il restante 95% percepisce che se qualcosa è cambiato, è cambiato in peggio.

Tutto torna, gli italiani «sentono» quel che gli indicatori economici certificano. Ma anziché cambiare musica e farsi carico dei problemi reali, i due vicepremier continuano a suonare i loro vecchi spartiti.

Salvini annuncia un decreto sicurezza bis e Luigi Di Maio dà in testa alla Casta. Assistiamo così, sgomenti, all'esibizione di una propaganda estrema e allo spasmodico lancio di una moltitudine di temi tali da impaludare ogni possibile politica. Tali da consumare, per inconcludenza e ridondanza, ogni nuova leadership. Si perdono di vista i problemi reali, non si fa nulla di concreto per il ceto medio, per i giovani, per la famiglia. Si parla molto, invece.

Si parla di barconi, di fascismo, di marijuana... Si pensa agli interessi elettorali dei propri partiti, si ignorano i bisogni dell'Italia e degli italiani. È già accaduto in passato, non è finita bene per chi governava né, purtroppo, per chi era governato.

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