L'Italicum è legge. Dopo le tre fiducie incassate la scorsa settimana è arrivato anche il voto finale: la riforma è stata approvata con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti, senza il voto delle opposizioni che hanno preferito uscire dall'Aula.
Le opposizioni hanno fatto fronte comune e, dopo aver lanciato l'ipotesi referendum, hanno abbandonato l'aula prima del voto. "Abbiamo deciso di non partecipare a questa infausta giornata per la democrazia italiana e per la democrazia parlamentare", aveva detto stamattina Renato Brunetta (Forza Italia). Non ha votato - insieme a FI, Sel, Lega e FdI - nemmeno il M5S, che in un primo momento aveva deciso di restare in Aula a combattere contro l’Italicum, ma che, quando è stato chiesto il voto segreto, ha scelto di non votare "per evitare di fare sponda con i sostenitori segreti della riforma".
Proprio il voto segreto - richiesto da Forza Italia -, tra l'altro, ha permesso alla minoranza Pd di contarsi: si sapeva, infatti, che con le opposizioni fuori dall'Aula Renzi avrebbe incassato comunque il sì, ma la fronda interna al partito si è rivelata ben superiore ai 38 "dissidenti" che non hanno votato le tre fiducie.
"Stiamo dando corso e concretizzazione alle riforme dopo decenni di parole in libertà", ha ribadito questa mattina Matteo Renzi, "Questa prima parte di riforme è molto corposa ma anche doverosa. È l’abc per ristabilire le regole come dovrebbero essere: stiamo facendo la legge elettorale per dire che chi arriva primo vince le elezioni. Non sono cose particolarmente geniali. I primi giorni in Europa mi guardavano con la faccia di chi diceva avanti un altro: vediamo a chi tocca, ne abbiamo visti tanti...
La credibilità dell’Italia è centrale. Grazie a questa legge elettorale le cose cambieranno davvero: uno farà il presidente del Consiglio per 5 anni, magari 10 per poi andare a casa. Ma in quei cinque anni ci sta e ha una strategia".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.