L'occhio dell'Antimafia sulle elezioni di Roma

La commissione Antimafia ha intenzione di mettere a punto un metodo di osservazione delle liste per le amministrative del 5 giugno in una decina di Comuni "caldi" tra cui anche Roma

L'occhio dell'Antimafia sulle elezioni di Roma

La commissione Antimafia ha intenzione di mettere a punto un metodo di osservazione delle liste per le amministrative del 5 giugno in una decina di Comuni "caldi" tra cui anche Roma. Si tratta di Comuni sciolti per mafia, precedentemente sciolti per mafia e mai tornati a votare per esempio per mancanza di liste, come in Calabria nel comune di Plati, e in alcuni comuni che hanno avuto la commissione d'accesso e sono in commissariamento, come appunto la capitale e Brescello. Lo ha reso noto la presidente della Commissione, Rosy Bindi, che presenterà una proposta all' Ufficio di presidenza.

Quest'ultimo, "ai fini di una sempre più approfondita conoscenza delle modalità di condizionamento mafioso nelle amministrazioni locali, ha concordato sulla necessità di avviare anche in occasione della prossima tornata elettorale una valutazione della realtà, seppure attraverso un campione significativo di enti locali chiamati al voto".

"Le regole sulle incandidabilità devono essere più stringenti di quelle che ci sono adesso": lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, riferendosi alla relazione che presenterà all'ufficio di presidenza della Commissione in relazione alle prossime amministrative. "Tutto questo lavoro - ha osservato - lo potremmo fare se avremo i tempi per farlo, abbiamo bisogno di più elementi e la collaborazione delle prefetture e della Direzione antimafia è il presupposto". "Il fatto che stavolta non riusciamo a fare un lavoro - ha precisato - non vuol dire che non sia tra i nostri compiti, è previsto dalla legge. Noi non abbiamo mai fatto liste di proscrizione, il nostro è solo un lavoro informativo per gli elettori che hanno il diritto di sapere chi vanno a votare. I nostri interlocutori sono poi le forze politiche, che conoscendo il rischio che si corre devono darsi codici di applicazione molto più esigenti per selezionare la classe dirigente e dobbiamo mettere sotto osservazione anche le liste civiche, talvolta elemento di virtù, altre di mascheramento di comportamenti molto più opachi degli stessi partiti, talvolta istigati dagli stessi partiti".

Alla domanda se l'Authority del presidente Raffaele Cantone possa esercitare un ruolo, la presidente Bindi ha risposto: "Potrei mai dire io che non entra in una materia così? Ci entra in pieno. Nella nostra relazione prevediamo una Authority, che nulla esclude che possa essere anche quella di Cantone"

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