La locomotiva tedesca e la zavorra europea

Questi sono i mesi in cui ci stiamo giocando il futuro. È adesso che si mischiano le carte della storia e si vede il destino delle nazioni per i prossimi decenni

La locomotiva tedesca e la zavorra europea

Questi sono i mesi in cui ci stiamo giocando il futuro. È adesso che si mischiano le carte della storia e si vede il destino delle nazioni per i prossimi decenni. È come una regata, una sfida sul mare in barca a vela, simile a quella che si sta svolgendo nelle acque di Auckland, solo che in ballo non c'è la vecchia e gloriosa coppa America, ma gli equilibri politici del mondo. Tutto dipende da quando e come si esce dalla pandemia.

Qualcosa si comincia già a capire e purtroppo non è rassicurante. L'Europa ha sbagliato, e di brutto, la partenza. Era già dietro e adesso lo è ancora di più. Arranca, sbaglia la rotta, non trova il vento, non c'è uno skipper, i timonieri sono troppi, quando qualcuno alza le vele, qualcun altro le sta abbassando, nessuno si fida veramente degli altri e chi può sta già pensando di gettare in acqua le scialuppe di salvataggio. Non mancano i colpi bassi. Non c'è neppure da stupirsi più di tanto. L'Europa purtroppo è questa, anche di fronte a una catastrofe biblica, come se la sua storia fosse una zavorra e non una patrimonio di saggezza e consapevolezza. Si spendono tante parole, ma quando arriva il momento di dare un senso a quello che si dice si sprofonda nel solito egoismo. La parola d'ordine è sempre la stessa: si salvi chi può.

Non è che gli altri sono dei santi. Non si può però negare quello che si vede: stanno andando più veloci. La Cina, la coraggiosa Israele, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna guadagnano tempo. Le vaccinazioni veloci riducono i tempi della pandemia e questo significa ripartire prima, prendere il vento giusto, affrontare il futuro con un vantaggio competitivo forte. I mesi in questa corsa valgono anni. La differenza di un anno nell'uscita significa ritrovarsi più di un decennio in vantaggio rispetto a chi, come noi, non riesce neppure a immaginare il futuro. Senza contare che l'imbarcazione europea da questa storia ne uscirà a pezzi. Non si riconoscerà e andrà avanti alla deriva con la sola preoccupazione di sopravvivere alla meno peggio. I vaccini stanno diventando il nostro naufragio. Ci sarà tempo per recuperare? Viene voglia di pregare e sperare in un miracolo. È che, al di là delle parole, molti governi non credono poi davvero nell'Europa. Non è il caso di Draghi e forse neppure di Macron. Forse. Ti chiedi però fino a che punto la Germania sarà paziente con il resto dell'Europa e quanto riuscirà a tenere a bada i suoi demoni. Non c'è dubbio che i tedeschi senza l'Europa restano una media potenza che si confronta con due o tre giganti. La Germania, si dice, per contare deve avere alle spalle un continente.

Il problema che non sono affatto convinti che uno valga uno. La regola dell'unanimità gli sta stretta. Non credono più di tanto nell'attuale struttura europea. La gestione del Covid è un fallimento. Resta da capire se sarà l'ultimo.

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