La sensazione di molti all'interno dei corridoi della politica è che il governo possa inciampare definitivamente da un momento all'altro. Il che di certo non rappresenta uno scenario remoto, visto che all'orizzonte sono presenti diversi appuntamenti che metteranno a dura prova la stabilità della maggioranza. Tra elezioni amministrative, referendum sulla giustizia, riforma del fisco e Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il rischio è che l'azione dell'esecutivo possa finire impantanato con tanto di accuse incrociate e una campagna elettorale senza sconti.
Lo spettro dell'incidente
Su Palazzo Chigi aleggia dunque l'ombra di una crisi di governo, che potrebbe essere la conseguenza naturale di una serie di profonde divergenze tra le varie formazioni politiche. Un avvertimento in tal senso è arrivato da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, secondo cui le continue spaccature potrebbero innescare una destabilizzazione pericolosa per l'esecutivo: "Se continua a spaccarsi, prima o poi qualche cambiamento nel governo potrebbe esserci, perché o ne prende coscienza Draghi o qualche partito della maggioranza si stufa".
La posizione della Lega è chiara: la volontà è quella di restare nella maggioranza, ma se non si cambia passo e non si ascoltano le nostre istanze allora non resterà altro che prenderne atto e trarne le dovute conseguenze. "Noi siamo dell'idea di restare dentro e continuare a fare le nostre battaglie, noi non ce ne andiamo. Però è un dato oggettivo che se continuiamo a litigare su tutto, non c'è una mediazione e si portano avanti temi divisivi, prima o poi un incidente succede", è la sottolineatura di Molinari ai microfoni di Radio24.
L'ennesimo scontro si è consumato sulla riforma del catasto. In commissione Finanze alla Camera la maggioranza si è spaccata e il governo ha rischiato grosso: l'emendamento per lo stralcio dell'articolo della delega fiscale sul catasto, firmato Forza Italia e Lega, è stato bocciato per un solo voto. L'esecutivo si è salvato in calcio d'angolo, ma Molinari non ha escluso scossoni in futuro: "Se l'idea di un governo di unità nazionale è fondamentalmente solo quello che va bene al Pd e deve andare avanti, allora il governo se lo facesse il Pd e allora noi non siamo più in un governo nazionale".
L'asse Lega-M5S
A incidere sulla stabilità del governo potrebbe essere il ritrovato asse gialloverde: Lega e Movimento 5 Stelle si sono allineati sul fronte del green pass, andando in pressing per allentare progressivamente le misure restrittive e l'obbligo del certificato verde rafforzato per i lavoratori. Non solo: anche Giuseppe Conte ha fatto sapere a Draghi che il M5S si opporrà a qualunque "tassa patrimoniale o tassa sulla casa".
Lega e 5 Stelle avevano trovato l'intesa pure sul Quirinale, puntando entrambi sulla candidatura di Elisabetta Belloni alla presidenza della Repubblica.
Tentativo fallito, ma aveva comunque tolto la polvere dalla prima esperienza di governo condivisa. Come fa notare Pasquale Napolitano su ilGiornale in edicola oggi, nei prossimi mesi i gialloverdi potrebbero unirsi sempre di più nell'obiettivo di creare un blocco politico anti-Draghi fino alla scadenza della legislatura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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