Un ex ministro dei Tory viene arrestato con l'accusa di violenza sessuale, ma il partito decide di non sospenderlo. Succede a Londra dove sabato un legislatore e parlamentare della forza di maggioranza è stato condotto in una stazione di polizia londinese perché accusato di stupro da una ex impiegata del suo staff.
L'uomo, di cui Scotland Yard ha rivelato soltanto l'età (sulla cinquantina) è stato poi rilasciato su cauzione in attesa della fine dell'indagine aperta a suo carico. Nel breve comunicato diffuso dalla polizia si spiega che venerdì scorso gli agenti hanno ricevuto una denuncia relativa a quattro aggressioni avvenute tra il luglio del 2019 e il gennaio del 2020 a Westminster, Lambeth e Hackney. Secondo quanto ha rivelato ieri il Sunday Times a presentarla sarebbe stata una donna di vent'anni, con la quale l'ex ministro avrebbe avuto una relazione. Rapporto alquanto violento secondo la vittima che durante la prima aggressione, dopo essere stata costretta ad avere rapporti sessuali, era rimasta cosi traumatizzata da dover ricorrere a cure ospedaliere. Prima di rivolgersi alla polizia, la donna aveva denunciato l'accaduto ad alcuni membri del partito e un mese fa aveva avuto un colloquio anche con il capogruppo conservatore Mark Spencer.
Un deputato aveva parlato del caso con il Leader della Camera dei Comuni Jacob Rees-Mogg, ma non era stata avviata alcuna indagine interna. Ieri un portavoce di Spencer ha dichiarato che «il capogruppo prende molto seriamente ogni denuncia di abusi o molestie e ha sempre incoraggiato chiunque lo abbia informato di simili episodi a contattare le autorità appropriate, inclusa l'apposita commissione parlamentare indipendente». Cosa che peraltro la signora ha fatto quest'anno, decidendo però comunque di andare alla polizia. Forse, anche perché, fino a quel momento, il partito non aveva preso alcun provvedimento disciplinare. Il Times spiega che il capogruppo Spencer non sembrava essersi reso conto della gravità dell'incidente e non aveva capito di essere stato messo al corrente di uno stupro. Pensava si trattasse di lamentele a proposito di una condotta non appropriata e di minacce. Semplice mobbing da ufficio insomma, qualcuno che alza la voce più del dovuto e minaccia il licenziamento quando ha una giornata storta. Il che sarebbe già grave, ma non è la prima volta che accade nel partito conservatore. Lo stesso ministro agli Interni del governo Johnson, Priri Patel, è stata accusata più volte dal suo staff di abusi di questo tipo e l'esecutivo l'ha sempre difesa. Questa volta la situazione appare ancor più grave eppure, ancora una volta, il partito ha deciso che il parlamentare può rimanere al suo posto. «Non lo sospendiamo dall'incarico - ha fatto sapere ieri un portavoce - rivedremo la nostra posizione a indagine conclusa».
Un garantismo che ha scioccato Jess Phillips, ministro ombra laburista per la violenza domestica, che a Radio Times ha dichiarato: «in qualunque organizzazione, quando si è in presenza di un'indagine della polizia, la persona oggetto dell'inchiesta viene sospesa e trovo che non averlo fatto costituisca un messaggio
terribile da parte di Westminster». Soltanto tre giorni prima dell'arresto dell'ex ministro, un altro ex deputato dei Tory, Charlie Elphicke, era stato condannato per tre episodi di violenza sessuale accaduti nel 2007 e nel 2016.
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