«Good job, Mario», gli manda a dire Joe Biden, atterrato nella notte. Vladimir Putin invece non verrà, ma si è «complimentato». Quanto agli europei, ecco Ursula von der Leyen che si sbilancia. «La cooperazione con Draghi sul G20 è eccellente. Senza il fondamentale lavoro preparatorio fatto dal governo di Roma non sarebbe possibile discutere di Covid, di ripresa e di ambiente». Sorpresa, arrivano i Grandi e trovano un Paese diverso. Non c'è più l'Italietta in eterno affanno, è sparito lo stivale solo pizza-mandolino-luna caprese e tanti debiti, ora il padrone di casa è forte, saldo a Palazzo Chigi, impegnato in una serie di riforme. Non deve chiedere e prendere ordini, anzi, è lui a guidare il rilancio economico e a imporre l'agenda.
Un'altra Italia? Parlano i dati. Ottantasei per cento di popolazione vaccinata, sei per cento di crescita stimato dall'Ocse per il 2021, tutti i progetti per il Pnrr regolarmente consegnati, ristoranti affollati, virus sotto controllo, industrie e negozi aperti, turisti nei musei, conti a posto, il green pass diventato un modello. Certo. C'è qualche scontro di piazza con i no vax più violenti, qualche problema con i sindacati sulle pensioni, qualche turbolenza politica, ma il premier va avanti senza scomporsi. Roma, una volta tanto, si presenta con le carte in regola.
Effetto SuperMario? Lui sceglie il basso profilo e dà tutto il merito ai cittadini. «Voglio ringraziare la generosità e l'altruismo degli italiani, che hanno dimostrato come sappiamo essere uniti durante le difficoltà. Oggi, per effetto della campagna vaccinale, abbiamo superato i momenti più duri. Il Paese ha riaperto e sta ripartendo ma non possiamo dimenticare chi ha sofferto e soffre tuttora».
In questa cornice, in una Roma militarizzata, ecco i leader del G20 accolti da Draghi per discutere di nuovo dal vivo di fisco, economia, ambiente e Afghanistan. Putin e forse Xi si collegheranno da remoto da Mosca e Pechino, gli altri sono tutti qui. La vigilia è una girandola di incontri bilaterali. A cominciare da Joe Biden, che stamattina sarà ricevuto dal Papa e nel pomeriggio sarà a Palazzo Chigi. Il premier italiano vedrà anche l'indiano Modi e il segretario generale dell' Onu Guterres. Berlino schiera invece la strana coppia, la cancelliera uscente Angela Merkel e l'entrante socialdemocratico Scholtz, come «segno di continuità». E poi da Erdogan ai sudcoreani, dagli argentini a Singapore, da Macron a agli arabi: un fine settimana fitto di riunioni al Palazzo dei Congressi all'Eur, con tanto di pranzo ufficiale al Quirinale.
Il vertice si articolerà sui temi delle tre P, come riassume la presidenza italiana: persone, pianeta, prosperità. La sfida principale è la pandemia. «Uno dei nostri obbiettivi - dice la von der Leyen - è vaccinare il mondo, aiutando i Paesi in via di sviluppo, raggiungendo in fretta il 70 per cento della popolazione». Il G20 parlerà pure di come aumentare la tassazione minima per le multinazionali. «Siamo vicini a un accordo storico - spiega la presidente Ue - e discuteremo della ripresa globale riducendo i divari e i costi dell'energia».
Inoltre il clima, l'Afghanistan, il terrorismo, le nuove tecnologie.
Problemi complessi, come ha detto Draghi in Parlamento, «che superano i confini nazionali e che vanno affrontati in modo incisivo e simultaneo». Domenica il bilancio, ma per Palazzo Chigi essere riusciti a mettere in piedi un vertice così è già un successo.
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