I primi 24 pazienti entreranno nel nuovo ospedale allestito alla fiera di Milano entro il week end, mentre tra circa tre settimane sarà pronto un intero nuovo piano per la terapia intensiva, subintensiva e la «semplice» degenza. Cronoprogramma che sembra arrivare da Marte, e che vede per la prima volta in Italia, parallelamente alla costruzione del nuovo ponte Morandi a Genova, la realizzazione di un'opera pubblica «in tempi cinesi».
L'ospedale da 250 posti letto, che l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha voluto con tutte le sue forze per correre in aiuto degli ospedali lombardi sulla via del collasso, è sorto dal nulla in meno di un mese. E anche se negli ultimi giorni gli accessi ai pronto soccorso di Milano sono leggermente diminuiti, molti reparti di emergenza sono arrivati alla saturazione, costringendo ad attaccare i pazienti ai ventilatori nei corridoi. I posti letto a fieramilaocity serviranno, quindi, ad alleggerire i reparti dei nosocomi milanesi e lombardi, permettendo così ai pronto soccorso di accogliere e ricoverare i codici rossi e gialli.
Un percorso a ostacoli quello che ha dovuto affrontare la Regione Lombardia, che si è avvalsa della collaborazione di Guido Bertolaso, impegnato giorno e notte nel seguire i lavori e nel reperire la strumentazione necessaria per i due padiglioni al Portello, anche dalla quarantena perché risultato positivo al virus. Da trovare migliaia di dispositivi di protezione individuale, letti, monitor, ventilatori e caschetti per la respirazione assistita, i cosiddetti Cpap. Anche in questo caso la Regione si è dovuta arrangiare da sé, forte della straordinaria generosità dei milanesi, che hanno raccolto 20 milioni di euro. Dei 260 ventilatori polmonari acquistati in Cina dall'imprenditore Luca Rovati, per conto del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta, per esempio, ieri sera sono arrivati i primi 22.
Così grazie alla chiamata alle armi straordinaria e allo spirito di sacrificio di coraggiosi specializzandi e infermieri che non hanno ancora superato l'esame di Stato e dei medici da tutta Italia si potranno assistere i pazienti sui 25mila metri quadrati di reparto.
Ieri durante l'ultimo sopralluogo Gallera ha ringraziato tutti gli operai e i tecnici «che hanno lavorato giorno e notte per trasformare un padiglione fieristico in un ospedale. Siamo stati travolti da uno tsunami, ma non ci siamo arresi e questo ospedale è anche un messaggio di speranza». E la dimostrazione che i lombardi e gli italiani nulla hanno da invidiare a Wuhan e i loro ospedali lampo. «Ghe sem! Qualcosa di davvero grande. È la prova che volere è potere e che la Lombardia non si ferma davanti a niente. Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e stanno lavorando per raggiungere un risultato straordinario» le parole d'orgoglio del governatore Attilio Fontana.
«Dal più profondo del cuore esprimo grandissima gratitudine nei confronti dell'arcivescovo Monsignor Mario Delpini», che ha benedetto i reparti. «Monsignor Delpini ha colto lo spirito di collaborazione che ha contraddistinto il nostro operare» le parole di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, che ha messo a disposizione i padiglioni.
La Milan col coeur in man, ha dimostrato, una volta in più al mondo intero, di cosa è capace grazie alla generosità dei privati e dalle associazioni e alla laboriosità di operai, tecnici, politici e di «tutti coloro che da giorni non fanno altro che lavorare per mettere al servizio dell'intero Paese una struttura che crediamo e speriamo possa fare da diga all'avanzata del Coronavirus» per usare le parole del presidente Pezzali. E farci vincere la nostra battaglia.
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