Lotta ai vincoli delle Soprintendenze

La Lega: serve un ddl per sbloccare le opere. Tutti gli stop, dalle antenne all'eolico

Lotta ai vincoli delle Soprintendenze
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Immaginate una pila di fascicoli (impolverati) sulle scrivanie dei funzionari di comuni, regioni. Tutte opere ferme, bloccate per mesi, anni. Da chi? Dalle Soprintendenze. Il loro parere è necessario per poter avviare lavori pubblici e privati in aree vincolate, tutelate. Così, rifare la facciata di un palazzo in un piccolo paese diventa quasi un'impresa; realizzare nuove strade un'odissea. Perfino la posa di impianti e di cartelloni pubblicitari può diventare davvero difficile. Le richieste si accumulano e ingolfano gli uffici pubblici e per ovviare al problema la Lega ha pensato bene di proporre prima un emendamento (ritirato dopo 24 ore a causa delle tensioni in maggioranza) e, ieri, un disegno di legge per limitare i pareri delle Soprintendenze. Apriti cielo. La proposta per «semplificare e snellire il lavoro degli uffici» non piace né alle opposizioni e nemmeno al ministro della Cultura Alessandro Giuli, ma questo non basta a fermare Matteo Salvini che rilancia: «Superare i vincoli posti da alcune soprintendenze è un obiettivo che ci proponiamo con un disegno di legge a carattere urgente. Il parere obbligatorio e vincolante, spesso soggettivo, delle sovrintendenze, persino sul colore per rimbiancare il condominio o sugli infissi, non è possibile». Basta approfondire per capire che le opere messe in stand-by dalle Soprintendenze sono tante, forse anche troppe e che qualcosa, forse, bisogna fare. Come a L'Aquila dove, da anni, si attende lo sblocco del progetto per la riqualificazione del Cinema Massimo, un luogo di cultura danneggiato dal terremoto del 2009. La Soprintendenza si è messa di traverso per alcune «criticità» che riguardano il «porticato e alcune rifaciture esterne dell'edificio». Risultato? Tutto fermo, e i cittadini aspettano. Stessa sorte per il piccolissimo centro di montagna di Carrega Ligure dove, la Soprintendenza, ha bloccato l'installazione di un'antenna (fondamentale per la connessione internet) perché «oscura» la vista di un piccolo cimitero. L'elenco delle assurdità è davvero lungo. A Fasano, Brindisi, per esempio, la Soprintendenza disse che era vietato spostare gli alberi di ulivo per la realizzazione di un centro commerciale. A loro dire, avrebbe potuto causare un pericoloso «effetto serra». Ma ci sono opere prima bloccate e poi, dopo alcuni ricorsi, sbloccate. Come il progetto per un impianto agrovoltaico a Cerignola chiamato «I Pavoni» o quello di Manfredonia. Dopo il no della Soprintendenza e un ricorso le opere sono state realizzate. Spreco di soldi e tempo per i privati in questo caso. Anche decine di parchi eolici sono stati prima bloccati e poi sbloccati dopo anni di fermo. «A volte la Soprintendenza blocca opere da milioni di euro per alcuni ruderi. Si perde tempo e soldi, perché poi basta un ricorso per sbloccare tutto» ci dice la leghista Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero dei Beni Culturali. «Qui nessuno vuole toccare i monumenti. È sciocco chi dice che vogliamo mettere le mani sul patrimonio del Paese. Ne avevo parlato con Giuli, credo che anche lui pensi che le soprintendenze debbano diventare amiche dei cittadini.

Abbiamo ritirato l'emendamento perché è inutile dividere, abbiamo ritenuto che è meglio depositare un disegno di legge in un clima meno teso. È un provvedimento legittimo: semplificare e far andare avanti le opere. Il Paese» ci crede? «Assolutamente!»

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