Lukashenko vede Putin: "Sì alla riforma costituzionale"

Meno di ventiquattr'ore dopo che 150mila cittadini avevano invaso le strade del centro di Minsk per chiedere democrazia e le dimissioni di Aleksandr Lukashenko, questi si è incontrato a Sochi con Vladimir Putin

Lukashenko vede Putin: "Sì alla riforma costituzionale"

Meno di ventiquattr'ore dopo che 150mila cittadini avevano invaso le strade del centro di Minsk per chiedere democrazia e le dimissioni di Aleksandr Lukashenko, il dittatore bielorusso si è incontrato a Sochi, sulle rive del Mar Nero, con l'unica persona in grado di garantirgli la permanenza al potere: il presidente russo Vladimir Putin. Le violenze esercitate contro i dimostranti 700 persone pacifiche arrestate dai soliti bruti con il passamontagna non sono state argomento del confronto tra i due signori elegantemente vestiti in un salotto adornato di fiori: i due alleati (anzi: fratelli slavi, come da dicitura ufficiale dell'intesa tra i padri-padroni di Russia e Bielorussia) sono d'accordo sul suo impiego anche in favore di telecamere. Putin e Lukashenko hanno parlato come se nulla fosse delle prospettive della loro alleanza, e il leader del Cremlino ha garantito con volto impassibile al suo collega che «le condizioni dell'alleanza saranno rispettate».

Tradotto dal politichese, significa che la Russia conferma l'invio di suoi militari a Minsk «per esercitazioni», al termine delle quali Putin promette che saranno rimpatriati. E chi vorrà vedere in questa assicurazione la garanzia russa di non voler intervenire oltre lo stretto necessario nei cosiddetti affari interni della Bielorussia di Lukashenko è libero di farlo, sfidando però il ridicolo. A Sochi, Putin si è sforzato di recitare la parte del buon fratello maggiore, ha promesso che i fratelli bielorussi saranno i primi a godere del privilegio di ricevere stock di vaccini russi contro il Covid, e ha detto a Lukashenko di condividere la strada da lui scelta per risolvere la questione che lo angustia, ovvero il fatto che il suo stesso popolo lo vuole cacciare: una bella riforma costituzionale. In questo modo ipocrita, Putin spera si possa salvare la faccia: rispetto della regolarità del voto e una finta risposta riformista di Lukashenko che resterebbe al suo posto.

Insomma, uno schiaffo ai presunti fratelli bielorussi.

Infatti la vera vincitrice delle presidenziali, Svetlana Tikhonovskaja, ha fatto sapere dal suo esilio lituano quanto sia delusa che Putin si sia schierato con «l'usurpatore Lukashenko» e non con il suo popolo bastonato dal dittatore.

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