"La linea non sia sempre e solo quella Pd": scatta l'ultimatum al governo

Le spaccature nella maggioranza fanno alzare la tensione. Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, avverte: "Non può e non deve più succedere che la linea la dia sempre e solo il Pd"

"La linea non sia sempre e solo quella Pd": scatta l'ultimatum al governo

Le tensioni all'interno del governo iniziano a farsi pesanti e di conseguenza lo spettro di una crisi spaventa sempre più chi auspica che la legislatura arrivi fino al termine naturale. Davvero l'esecutivo riuscirà a restare in piedi fino alla primavera del 2023? Sono molte le domande che si pongono nel palazzo, i cui protagonisti si interrogano fondamentalmente su una questione di fondo: se già sono emerse profonde spaccature, come sarà possibile scongiurare una crisi nei prossimi mesi? Nel frattempo c'è chi ha già messo le cose in chiaro e posto condizioni per andare avanti.

L'avvertimento di Forza Italia

Di certo l'esecutivo gode del sostegno di Forza Italia, che fin dallo scorso anno si è dimostrato favorevole allo spirito di unità nazionale per portare il Paese fuori dall'emergenza Covid-19. Ma dall'ambiente azzurro tengono a precisare che non si tratta di una fiducia incondizionata, di un sostegno a priori: il centrodestra deve contare e l'agenda politica non può essere dettata dal Partito democratico.

Un avvertimento in tal senso è arrivato dal coordinatore azzurro Antonio Tajani che, intervistato dal Corriere della Sera, si è espresso senza giri di parole: "Non può e non deve più succedere che la linea la dia sempre e solo il Pd". Il riferimento è a quanto accaduto in settimana in commissione Finanze alla Camera, dove l'emendamento per lo stralcio dell'articolo della delega fiscale sul catasto è stato bocciato per un solo voto. Non è affatto piaciuta quella che è stata interpretata come una minaccia al Parlamento: "Se l'articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l'esperienza di governo".

Tajani ha ribadito che la fiducia al premier Mario Draghi non è mai stata messa in discussione, ma allo stesso tempo ha voluto porre l'accento sulla necessità di trovare una mediazione - che accontenti tutti i partiti - in quelle situazioni in cui la convergenza appare in salita. "La centralità del Parlamento su materie come queste va difesa e garantita. Non significa mettere a rischio il governo, ma impedire che la linea la dia il Pd, perché sarebbe inaccettabile", ha scandito a chiare lettere Tajani.

La Lega non esclude lo strappo

Non può passare inosservata neanche la linea della Lega, che dopo il "caso catasto" ha fatto sapere che si terrà "le mani libere" sulla delega fiscale. Proprio nelle scorse ore Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha fissato dei paletti: il Carroccio vuole rimanere nella maggioranza, ma se non si cambia metodo allora ne trarrà le dovute conseguenze. Molinari infatti ha indicato un dato oggettivo: "Se continuiamo a litigare su tutto, non c'è una mediazione e si portano avanti temi divisivi, prima o poi un incidente succede".

Anche l'esponente leghista si è espresso senza mezzi termini, sottolineando che il Partito democratico gode di un potere negoziale superiore rispetto agli alleati di governo: "Se l'idea di un governo di unità nazionale è fondamentalmente solo quello che va bene al Pd e deve andare avanti, allora il governo se lo facesse il Pd e allora noi non siamo più in un governo nazionale".

Le nubi sul governo

A stretto giro arriveranno fitte nubi che renderanno ancora più cupa l'atmosfera su Palazzo Chigi, con i timori di uno scossone politico che potrebbe destabilizzare il tutto e rompere quel sottile filo che lega i vari partiti di maggioranza. Gli appuntamenti all'orizzonte sono i principali motivi di preoccupazione: elezioni amministrative, referendum sulla giustizia, riforma del fisco, Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e catasto.

Senza dimenticare che sull'abolizione del green pass è pronta a scatenarsi una battaglia politica che produrrà uno scontro tra

aperturisti e rigoristi. In tutti questi step ci si limiterà alla campagna elettorale o le formazioni politiche andranno oltre? Uno scenario, quest'ultimo, che avrebbe conseguenze del tutto imprevedibili sulla tenuta del governo.

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