C'è chi ha pensato al gesto rivoluzionario di Benedetto XVI e chi ha pensato che quello di Francesco fosse l'ennesimo segnale ai fedeli in vista di possibili future dimissioni. Il Papa recita l'Angelus in piazza San Pietro dinanzi a quindicimila fedeli e nella meditazione al Vangelo del giorno che ha preceduto la benedizione e i saluti alla folla, Bergoglio si è soffermato sull'esempio di San Giovanni Battista, che dopo aver battezzato Gesù nel Giordano decide di farsi da parte per lasciare a lui la scena.
«Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno», ha detto il Papa, «testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, ho fatto questo incontro, mi faccio da parte e lascio posto al Signore. Imparare a farsi da parte, non prendere qualcosa come un contraccambio per noi». Parole che hanno riaperto tra molti la discussione sulla possibile rinuncia del Papa, nonostante Bergoglio non abbia fatto, nel corso del suo commento domenicale, alcun riferimento alla sua persona o al suo futuro. Da oltre un anno, all'interno del Vaticano, soprattutto molti porporati continuano a sussurrare che il Papa argentino potrebbe seguire la strada di Benedetto XVI: dallo stesso giorno in cui Francesco, nel luglio del 2021, è stato ricoverato al Policlinico Gemelli per un intervento al colon, in Curia è iniziato il totoscommesse su quando il Pontefice lascerà il Pontificato, con tanto di cene e riunioni bucoliche per tramare contro di lui e decidere chi potrebbe essere il suo successore.
Dal canto suo il Papa ha spiegato in tutte le salse che, pur essendo previsto dal Codice di diritto canonico, al momento, nonostante gli acciacchi e l'età (86 anni), non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. «Si governa con la testa e non con le ginocchia» ha detto in più occasioni facendo riferimento al suo problema di deambulazione, «se il Signore mi farà capire a un certo punto che è arrivato il momento di farsi da parte lo farò, se capirò che non sono più in grado di andare avanti lascerò, ma questo pensiero per il momento non c'è». Parole chiare che chiudono ogni possibilità, anche perché Francesco ha già in programma numerose attività per i prossimi mesi, tra viaggi e impegni vari. Alla luce di questo c'è chi ha letto nelle parole pronunciate da Bergoglio all'Angelus un riferimento non a se stesso bensì al gesto compiuto da Benedetto XVI nel 2013 e alle polemiche innescate nelle scorse settimane dal libro del segretario particolare del Papa emerito, l'arcivescovo tedesco Georg Gänswein, all'interno del quale vengono sollevate anche polemiche verso Francesco. Il monsignore ha avuto negli scorsi giorni un incontro chiarificatore con il Pontefice ed entro fine mese concluderà il trasloco dal monastero «Mater Ecclesiae» alla sua abitazione in Vaticano, al quarto piano della vecchia residenza Santa Marta.
Il Pontefice, nel suo commento domenicale non ha fatto alcun riferimento diretto alla questione, spiegando peraltro che il mettersi in uno spirito di servizio e fare un passo indietro quando arriva il momento è molto importante soprattutto per «un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare Gesù».
Bergoglio allarga il discorso anche alle famiglie o altre realtà sociali: «Pensiamo a quant'è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita. E lo stesso vale per altri ambiti, come l'amicizia, la vita di coppia, la vita comunitaria. Liberarsi dagli attaccamenti del proprio io e saper farsi da parte costa, ma è molto importante».
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