La lunga marcia del re del riso in moto ai confini del mondo

La sfida di Dario Scotti: 4 mila chilometri da centauro per raggiungere la Cina. Già divenuta sua "colonia"

La lunga marcia del re del riso in moto ai confini del mondo

La sua giovinezza di alpino e il suo rigore di sempre gli giovano ancora. Oggi che un ragazzino non è più, ma per l'amore di un'azienda sorta nel 1860, cavalca ancora la moto alla scoperta di risorse che possano migliorare, svecchiare ogni giorno, affinare ulteriormente la qualità del suo lavoro. Per gli italiani sarà sempre, il «Dottor Scotti!» (con punto esclamativo) del celebre spot: Dario Scotti (61 anni) è, in realtà, un imprenditore i cui viaggi fanno ancora notizia. Quest'anno, come nel cuore di una barzelletta, è perfino riuscito a vendere il riso nel Paese che del riso è la patria mondiale: la Cina. Attraverso un progetto tutto innovativo, basato su una piattaforma e-commerce social 4.0, vende infatti prodotti selezionati dal produttore al consumatore, attraverso il passaparola di un network di opinion leader e star system collaudato da anni, e che in meno di un mese ha consentito ad oltre 22 milioni di cinesi di conoscere i prodotti Riso Scotti. «È un traguardo fondamentale per la mia azienda ha spiegato ancora in sella alla moto . Assieme a Rosy Giupponi, che conosco dai tempi della scuola, ho vinto molte scommesse, e questa è l'ultima: il mercato cinese, ostico ma affascinante. Capace di aprirsi e accoglierti con grande calore dopo averti studiato e valutato con una perizia e una capacità critica che abbiamo saputo utilizzare come spinta al miglioramento e alla crescita».

Una spedizione straordinaria, quella per la Cina, partita il 14 giugno scorso, e che ha visto 22 manager della Riso Scotti, in sella ad altrettante Moto Guzzi V7 III Stone: hanno percorso oltre 4.000 chilometri, attraverso sei frontiere, due deserti, quattro passi di alta montagna, tutto l'incredibile Altopiano del Pamir, per arrivare a Canton. Il lungo viaggio di questo 2017 è approdato poi a Samarcanda, dopo aver attraversato tre dei sei Paesi previsti dall'intero percorso sulla Via della Seta. Da Mashad, in Iran, lungo tutto il deserto Turkmeno, per passare la frontiera uzbeka e raggiungere la metropoli millenaria. «Mi commuove questa vitalità, questa gioia condivisa per cose semplici, e anche quest'immediata vicinanza che si può instaurare tra gente di luoghi e tradizioni lontani. Le cose belle e buone sono tali ovunque ha commentato il dottor Scotti . Questa generazione sarà portatrice di nuova cultura, nuovi valori e nuove iniziative. Mi auguro davvero che il nostro viaggio e l'attenzione che riusciremo a rivolgere a questi luoghi possa essere davvero di un qualche aiuto concreto». Un invito a esplorare il mondo fuori dai propri orizzonti, anche se percorrere le distanze non è, di primo acchito, l'impresa più semplice del mondo; il viaggio on the road in Estremo Oriente del dottor Scotti è durato quest'anno diciotto giorni. E la Via della Seta e del Riso è seguita a due anni di avventure non meno ardite ed eccezionali. Nel 2015, infatti, la meta era stata l'Etiopia, dove la cultura del riso ha radici antiche e il suo consumo è diffusissimo. Grazie al sostegno dell'Ambasciata italiana ad Addis Abeba, l'azienda di Dario Scotti ha trasferito dall'Italia 175.000 porzioni di riso, a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole per la gestione del rischio di catastrofi e della sicurezza alimentare, in un anno di gravissima siccità. L'anno scorso, invece, la sfida era stata la capitale del riso basmati: l'India. La spedizione ha attraversato la regione del Ladakh, passando per i passi di montagna himalayani.

Ma chi è Dario Scotti, l'imprenditore-centauro pavese che attraversa il mondo? Ex-alpino, ha prestato servizio sotto le armi a Chiusaforte (Udine), nel 1976. Appena laureato, ha sposato Cristina, sua collega all'università, ed è entrato in Azienda, al fianco di suo padre.

Il marketing la sua principale attività, ma, nel 1986 ha assunto la carica di amministratore delegato: oggi ricopre nell'azienda lo stesso ruolo, ma la sua attività si è espansa fino ad accrescere di dieci volte le sue dimensioni.

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