L'utopia nostalgica di una balena bianca

I cattolici e la politica

L'utopia nostalgica di una balena bianca
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Incognite di inizio autunno. Tornerà la Balena Bianca? Non stiamo parlando di Moby Dick di Melville ma del soprannome che una volta si dava alla Democrazia Cristiana. La Balena Bianca si è spiaggiata nel 92, dopo una strenua caccia delle Baleniere del Tribunale di Milano. Dal suo corpo sono stati recuperati carne, grasso, ossa e tendini finiti a sostenere più incerte e spesso effimere costruzioni. Ma potrebbe tornare la democrazia cristiana oggi? Quale sarebbe il suo legante? Certo che una DC di centro destra che conquisti un centro più ampio potrebbe garantire quella stabilità che manca da oltre trent'anni. Ma una volta la Democrazia Cristiana aveva per base comune una Chiesa che, pur con i tanti distinguo, era monolitica. Il Cristianesimo era la religione condivisa e trasversale. A tal punto che persino Togliatti parlando a nome del partito comunista affermava che il PCI era il secondo partito cattolico. Oggi questo legante avrebbe la stessa forza? Il nostro mondo veloce ha liquefatto tutto, i sentimenti, le idee e gli uomini. Anche chi ha fede subisce questa grande tentazione di dissolversi e di perdersi nel mondo. Ed è difficile coniugare il cambiamento con la tradizione. Il cambiamento è sempre stato una costante, perché gli uomini passano e la tradizione è il bagaglio che si trasmettono. Se nel passaggio cade qualcosa si perderà per sempre. Tacito, negli Annales, raccontava così la fine della Repubblica romana: «I più giovani erano nati dopo la vittoria di Azio e anche la maggior parte dei vecchi nel pieno delle guerre civili: chi ancora restava che avesse visto la repubblica?».

Le civiltà muoiono così, quando si dissolvono. I primi ad andarsene sono i valori, e non è un caso che quelli che meno ne hanno un tempo si chiamavamo dissoluti. In questo mondo in cui ogni cosa si è disciolta nel denaro abbiamo abbandonato impegni, responsabilità e doveri. Abbiamo abbandonato la realtà per abbracciare le illusioni consumistiche del tutto e subito. Siamo fuori dal mondo per quanto siamo del mondo. E se è vero che non si può servire Dio e Mammona - il demone che rappresenta la ricchezza idolatrata - è chiaro che per Dio non ci sia più molto spazio. Senza essere troppo confessionali ma limitandosi alla logica pratica: possiamo fare una Democrazia Cristiana senza Cristo e senza Dio? La nostra civiltà non è il Male. Gli uomini non sono il Male anche se il Male oggi è scatenato. Così scatenato che abbiamo paura a guardarlo in faccia e ad affrontarlo. Anzi lo ignoriamo da quanto ne abbiamo paura. Infatti, ogni volta che leggiamo di un omicidio cerchiamo sempre il movente psicologico, quando la banalità del Male lo rende impermeabile alle nostre elucubrazioni. Tanto è vero che non abbiamo ancora trovato il modo di prevenire i danni dietro ai quali si cela questo mistero. Di questo male abbiamo così paura che per diventarne immuni ne assumiamo dosi massicce, rinunciando pure al Bene.

Se il suicidio di un uomo è peccato lo è anche il suicidio di una civiltà come la nostra, e della tradizione che dovremmo trasmettere ai nostri figli. E se dobbiamo amare Dio e il prossimo come noi stessi non ci possiamo dissolvere fino ad odiarci. Questo deve essere il legante del Cristianesimo: l'amore, il dubbio e la certezza di non poter cogliere la Verità in questo nostro stato finito. Quindi trovare un denominatore spirituale comune per la rinascita di una DC di centro destra potrebbe non essere troppo complesso.

Ma farne comprendere l'utilità agli elettori, in una società così mutata, sarebbe di certo una sfida politica. E nella politica come nella vita occorre sempre scegliere. E affrontare con opere e omissioni l'eterna lotta tra rimpianti e pentimenti.

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