M5S, 13 parlamentari in rivolta: "Quesito su Rousseau manipolatorio"

Dalle 10 di questa mattina, i grillini voteranno sulla piattaforma Rousseau per esprimere il proprio parere sul governo guidato da Mario Draghi. Ma nel Movimento si formano le prime crepe

M5S, 13 parlamentari in rivolta: "Quesito su Rousseau manipolatorio"

A partire dalle 10 di questa mattina, i grillini saranno chiamati a votare sulla piattaforma Rousseau per esprimersi su un possibile supporto a un governo guidato da Mario Draghi. Le votazioni, come ricordato da Vito Crimi, saranno possibili fino alle 18 di questa sera. Il quesito è il seguente: "Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica, e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?".

La notizia della presenza del Ministero della Transizione ecologica era stata data dalla numero uno del Wwf, Donatella Bianchi, che aveva annunciato la possibile creazione del dicastero green invocato da Beppe Grillo. Se verrà confermato il governo Draghi, anche il Ministero si farà. Ma l'ultima parola per ufficializzare il sostegno del Movimento 5 Stelle spetta alla piattaforma Rousseau. "Domani voterò convintamente sì su Rousseau", ha anticipato ieri il ministro degli esteri Luigi di Maio che, in una diretta Facebook ha spiegato che "non esiste una maggioranza senza di noi". A sostegno del governo Draghi si schiera anche il premier dimissionario Giuseppe Conte: "Se fossi iscritto a Rousseau voterei sì al governo perché il paese ha tali urgenze per cui è bene che ci sia un governo".

Ma non tutti i 5 Stelle sono d'accordo e nel Movimento il rischio di una spaccatura è dietro l'angolo. Dopo il v-day organizzato su zoom da un gruppo di grillini contrari alla fiducia, che ha visto circa 700 partecipanti, ieri 170 attivisti hanno inviato una lettera ai deputati e ai senatori pentastellati per chiedere di non sostenere il nuovo governo. Ma ad ostacolare Draghi sono intervenuti anche 13 parlamentari, che hanno contestato il quesito su Rousseau perché "formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza". Una domanda che, stando a quanto riferito da Casaleggio, sarebbe stata decisa da Vito Crimi. A schierarsi contro la fiducia sono stati Mattia Crucioli, Pino Cabras, Bianca Laura Granato, Andrea Colletti, Elio Lannutti, Luisa Angrisani, Rosa Silvana Abate, Alvise Maniero, Leda Volpi, Paolo Giuliodori, Jessica Costanzo, Margherita Corrado e Andrea Vallascas, che hanno definito la votazione "tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi". Critiche anche sul rinvio della votazione, che avrebbe dovuto tenersi ieri, che sarebbe stato solo "un mero pretesto per posticipare il voto ad un momento maggiormente propizio per condizionarne l'esito", con un quesito formulato "in maniera manipolatoria".

Ma, secondo i 13, se anche il Movimento prendesse parte al governo, "non potrà condizionarlo", ma al contrario "perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l'operato standone all'opposizione". Un'opzione, questa, non condivisa da Di Maio: "All'opposizione di chi?- ha dichiarato nel corso di una diretta Facebook-di noi stessi?". Inoltre, concludono i 13 parlamentari che si sono espressi contro la fiducia a Draghi, "il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la 'creazione' di un Ministero della transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan". E non mancano i dubbi sui futuri ministri: "Chi saranno?- si chiedono i 13- Salvini, Boschi e qualche impresentabile di Forza Italia?". Tutti punti che gettano "dubbi sull'utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del MoVimento" e il rischio di una rottura tra i pentastellati potrebbe essere dietro l'angolo.

"Sono contento di vedere questo processo di partecipazione collettiva in cui oltre 100mila persone decideranno in che modo dovrà votare il Movimento 5 Stelle per questo Governo", ha affermato questa mattina Davide Casaleggio, presidente dell'associazione Rousseau. Casaleggio ha sottolineato che il Movimento si fonda su un "nuovo modello", diverso da quello su cui si basano gli altri partiti "che normalmente prendono queste decisioni in 4 o 5 persone in una stanza". E sulla polemica sollevata dai 13 parlamentari ha precisato: "I tempi e le prerogative del quesito sulla piattaforma Rousseau sono prerogativa del capo politico del Movimento 5 Stelle, lo ha deciso Vito Crimi". In particolare, i tempi sono stati scelti da Crimi, che ha deciso "di posticipare per completare una parte della trattativa che stava portando avanti per avviare il voto. Noi abbiamo semplicemente portato avanti quello che ci è stato richiesto". Ora bisognerà solo attendere i risultati del voto e, "qualora vincesse il no, ci sarà da stabilire se il voto sarà negativo o di astensione".

E a qualche ora dall'inizio del voto, la tensione della base 5 Stelle nei confronti di un possibile sostegno al governo Draghi non accenna a diminuire. Sulla pagina Facebook del Movimento si sono scatenati i commenti più disparati, da chi critica le modalità con cui è stato posto il quesito, a chi si scaglia contro un possibile sostegno al nuovo governo. "È una pagliacciata questo voto- ha scritto un utente- Alle politiche avete preso 12 milioni di voti e ora bisogna far decidere una cosa così importante a qualche migliaio che vota su Rousseau.... assurdo", mentre un altro sostiene che "l’appoggio al governo draghi sarà il suicidio politico per i 5 Stelle. Dov’è finito lo spirito guerriero del movimento?".

Non vengono risparmiate nemmeno le critiche al quesito di voto, secondo alcuni posto in maniera "tendenziosa" e "chiaramente di parte": "Questo voto è soltanto una farsa", è l'impressione di qualcuno. I commenti a favore del "Sì" non mancano, ma la schera dei delusi dal Movimento 5 Stelle è molto fitta.

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