"Macron non sbagli come Sarkozy"

La vicepresidente del Senato: "No all'invio di truppe. Non divida l'Ue, forte solo se unita"

"Macron non sbagli come Sarkozy"
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La vice-presidente del Senato, di Fi, e membro del Copasir Licia Ronzulli (nella foto) a tutto campo sulla situazione in Medio Oriente e non solo.

La missione del Copasir in Medio Oriente: che situazione avete trovato? Sembra chiaro che l'Italia voglia la pace.

«Certo che la vogliamo e siamo fra i Paesi che più si stanno spendendo a livello diplomatico per arrivarci. Purtroppo, però, le posizioni restano distanti. E Netanyahu, che ha problemi all'interno della sua maggioranza e con l'opposizione è stretto tra due fuochi».

La soluzione può essere quella dei due Stati?

«È l'unica strada possibile. Israele, però, ora fa resistenza. L'attacco del 7 ottobre ha segnato uno spartiacque. Ma è importante tenere separate la questione palestinese da Hamas. I palestinesi sono vittime di Hamas tanto quanto gli israeliani e vogliono vivere in pace, tanto quanto il popolo israeliano. E chi manifesta in Italia, con lo slogan From the river to the sea, neanche sapendo che sta chiedendo l'annientamento di Israele, dovrebbe andare in quei luoghi per rendersi conto che i palestinesi non vogliono questo, lo vuole Hamas. Uno Stato solo con due popoli non può esistere, anche perché, la maggioranza demografica oggi è palestinese».

Tajani è stato chiaro: niente truppe italiane sul fronte ucraino. Invece Macron...

«Macron si rilegga i capitoli della storia recente. Non ha imparato nulla dalla Libia e Sarkozy, partito per mazziare e tornato mazziato, provocando un'escalation che ha causato danni enormi che ancora oggi paghiamo. Cercare di intimidire la Russia minacciando l'invio di militari in Ucraina è stato un autogol clamoroso. Davide e Golia ha funzionato solo sulla Bibbia. In più, Macron ha evidenziato le divisioni all'interno dell'Ue. Pensi che risata si è fatto Putin quando ha visto una foto a tre invece che a 27 Questo è il volto dell'Europa che non dovremmo mai mostrare. La forza dell'Ue sta nella sua unità. Ovviamente, noi siamo fortemente contrari all'invio di truppe».

Il centrosinistra è in disarmo.

«Solo per dare un'immagine e senza voler fare il minimo paragone con le guerre in atto, la sinistra più che un campo largo mi sembra un campo minato. Fra sconfitte, liti, leader che si accusano l'un l'altro e candidati che escono ed entrano dalle porte girevoli, se continua così sospenderanno le trattative per impraticabilità di campo».

Il centrosinistra è senza partito centrista, il centrodestra lo ha.

«Il Ppe è il partito più grande del Parlamento europeo e, sono certa che crescerà ancora dopo le elezioni, grazie anche al determinante apporto che darà una Forza Italia in continua crescita. Questo confermerà la centralità, non solo politica ma anche sotto il profilo dei numeri, dei Popolari nelle trattative per una nuova commissione, che mi auguro sia di centrodestra. E, per questo, più coerente, efficace e attenta alle esigenze dei cittadini di quella uscente, frutto di un accordo, rivelatosi fallimentare, fra partiti molto diversi fra loro».

Il Copasir ha ascoltato Melillo e Cantone sul dossieraggio.

«Com'è sempre stato nostro costume, le indagini le lasciamo alla magistratura. Mi auguro però che non si concluda tutto in una bolla di sapone e, come per il caso Palamara, a pagare sia solo un capro espiatorio.

Siamo in presenza di un dossieraggio abusivo e illecito troppo esteso per essere frutto dell'azione di uno solo, praticamente all'insaputa dei suoi superiori e di chi guidava la Direzione nazionale antimafia. Circoscrivere lo scandalo a qualche cane sciolto, o servitore dello Stato infedele, sarebbe un'offesa all'intelligenza di tutti noi».

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