Maduro giura. Sul dittatore una taglia Usa

Il leader: "Cambieremo il Paese". Stati Uniti e Ue: "Il regime è illegittimo"

Maduro giura. Sul dittatore una taglia Usa
00:00 00:00

Nicolás Maduro, il presidente de facto, ovvero dittatore, del Venezuela ha giurato ieri di fronte al presidente del Parlamento Jorge Rodríguez, uno psichiatra come Radovan Karadi. Maduro sarà presidente de facto sino al 2031 del paese sudamericano, dove nonostante il Natale del 2024 sia durato tre mesi (Maduro l'ha fatto iniziare il 1 ottobre per decreto), il 90% della popolazione è povero e 5 milioni hanno già detto che, con Maduro al potere, emigreranno nei prossimi anni, andandosi aggiungere agli 8 milioni già all'estero, secondo i dati Onu.

Adesso che «in Venezuela chi si oppone al governo è perseguitato» e che «il governo di Maduro è una dittatura che ha rubato le ultime elezioni», è ufficiale anche a sinistra visto che il virgolettato sopra è di Gabriel Boric, il presidente del Cile, che di dittature ne sa. Certo, non dalla sinistra cubana, visto che ieri il presidente (de facto) Miguel Díaz-Canel era presente, unico latinoamericano, al giuramento di Maduro. Un paio di giorni prima L'Avana aveva mandato due aerei carichi di berretti neri, l'élite repressiva del regime castro-comunista, ma lo fa da anni e, non a caso, nel 2014 fu coniato (dall'Economist) il neologismo Venecuba, ovvero petrolio in cambio di intelligence mista a medici, e repressione quando serve.

Come l'altroieri, quando decine di migliaia di venezuelani hanno avuto il coraggio di scendere per la milionesima volta in strada, chiamati dalla leader dell'opposizione e recente vincitrice del premio Sakharov per la libertà di pensiero del Parlamento europeo, Maria Corina Machado, arrestata per un paio d'ore dalla dittatura che l'ha costretta a girare alcuni video per poi sostenere che il sequestro era stato un fake diffuso dai «fascisti». Se il voto avesse valore in Venezuela (a Cuba e in Nicaragua, si vota ma non ce l'ha), ieri a giurare avrebbe dovuto essere Edmundo González, il diplomatico candidato all'ultimo momento al posto di Machado che lo scorso 28 luglio stravinse, raccogliendo il 70% dei voti, come dimostrato dai verbali elettorali originali, ora protetti nei caveau della Banca centrale di Panama. Invece, dal 2017, in Venezuela il voto è una farsa.

«Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione», ha dichiarato ieri Giorgia Meloni.

Dal canto suo il Consiglio Ue ha prorogato sanzioni fino al 10 gennaio 2026 contro 54 esponenti del regime di Maduro, reintrodotto quelle sospese ad altri 4 che dovevano promuovere elezioni giuste, ed ha punito 15 membri di Consiglio elettorale, sistema giudiziario e forze di sicurezza. Contemporaneamente il dittatore toglieva Internet in tutto il paese, per reprimere meglio senza essere visto, come a Cuba.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica