Mafia Capitale, archiviate 113 posizioni, tra cui Alemanno e Zingaretti

Archiviata una delle accuse all'ex sindaco Alemanno e le accuse al governatore del Lazio Zingaretti

Mafia Capitale, archiviate 113 posizioni, tra cui Alemanno e Zingaretti

L'ex sindaco Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l'ex capo di gabinetto Maurizio Venafro, ma anche altre 110 persone sono state scagionate nell'inchiesta Mafia Capitale in cui erano accusati a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta o associazione mafiosa.

Le contestazioni a 113 persone sono state infatti archiviate dal gip di Roma Flavia Costantini. Tra questa anche le accuse contestate al consigliere regionale Eugenio Patanè (indagato per turbativa d'asta), mentre per l'ex sindaco Alemanno è stata archiviata solo l'accusa di associazione mafiosa, ma dovrà ancora rispondere davanti ai giudici per corruzione e finanziamento illecito.

Lo scorso mese di luglio, in uno dei processi generati dall'inchiesta Mafia capitale, Venafro era stato assolto in primo grado in merito a presunte irregolarità legate all'appalto per il servizio Cup della regione. Tra i politici, inoltre, sono state decise le archiviazioni di Sabrina Alfonsi (ex presidente del primo municipio), Alessandro Onorato (concorso in corruzione), Vincenzo Piso, Daniele Leodori, Alessandro Cochi (ex delegato allo sport della giunta Alemanno). Molte delle archiviazioni, riguardano singole contestazioni, rivolte anche a figure chiave del maxi-processo come Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.

"Finalmente, dopo 26 mesi di attesa, è stata definitivamente archiviata dal piudice per le indagini preliminari l'accusa nei miei confronti per il reato assurdo e infamante di Associazione a delinquere di stampo mafioso", ha commentato Alemanno, "Ho creduto nella giustizia, attendendo pazientemente questo momento e sopportando tonnellate di fango che sono state lanciate sul mio nome da esponenti politici e giornalisti che non sanno distinguere un avviso di garanzia da una condanna. Analogo danno è stato però evitato al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ringrazio la magistratura di cui ho sempre avuto fiducia, che mi ha ridato la mia onorabilità.

Ora attendo che lo stesso facciano tutti quegli esponenti politici e giornalisti che hanno strumentalizzato queste indagini solo per utilità politica, dimenticando il danno che facevano non solo a me e alla mia famiglia ma a tutta la Città di Roma".

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