Arrivano brutti segnali per la tenuta del governo guidato da Mario Draghi. La maggioranza non ha fornito una prova di compattezza ed è stata battuta nella commissione Affari costituzionali del Senato su un emendamento al decreto Covid, proposto dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva di consentire alle parafarmacie di effettuare test molecolari e antigenici rapidi per rilevare la negatività o la positività al Coronavirus.
Il governo va sotto
La modifica ha avuto 13 voti contrari e 11 favorevoli e dunque non ha visto luce poiché l'intero centrodestra e Italia Viva si sono opposti su questo fronte. L'emendamento era stato presentato dal grillino Gianluca Castaldi, primo firmatario, e aveva avuto il parere positivo del governo e di Nazario Pagano di Forza Italia (relatore del provvedimento).
Non è di certo una sorpresa, visto che già di recente erano emersi i primi segnali che avevano fatto capire come la situazione stesse rischiando di impantanarsi e di precipitare nel buio: la possibilità di fare tamponi anti-Covid anche nelle parafarmacie e la copertura finanziaria per indennizzare i danneggiati dai vaccini vengono considerati tra i principali motivi che continuano a far slittare il dl Covid in Aula al Senato.
Fonti parlamentari avevano già fatto sapere che il centrodestra si sarebbe opposto all'idea di allargare alle parafarmacie la somministrazione di tamponi. I due temi divisivi hanno portato a un vero e proprio stallo che perdurava da questa mattina alle ore 9:30.
La sponda di Italia Viva
La senatrice di Italia Viva Annamaria Parente, che nel pomeriggio era nella commissione Affari costituzionali, ha voluto sottolineare che le parafarmacie nella maggior parte dei casi sono esercizi commerciali che non fanno parte del servizio sanitario nazionale e quindi non rientrano nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie: "Insomma, avremmo dovuto creare un piattaforma parallela su dati sensibili ma somministrare tamponi anti covid non è come dare un'aspirina al banco".
Quanto alle lunghe file, la convinzione è che il problema non si risolva semplicemente consentendo alle parafarmacie di poter fare i tamponi. "In realtà l'intoppo vero non è lì bensì sulla fase del tracciamento e della gestione delle certificazioni", ha spiegato la renziana Parente.
"La battaglia va avanti"
Comunque il Movimento 5 Stelle non ha intenzione di fermarsi e porterà avanti la propria battaglia parlamentare. L'obiettivo resta quello di consentire anche alle parafarmacie di poter svolgere i tamponi antigenici rapidi.
"È tempo di rispondere alla disponibilità delle parafarmacie e ampliare la possibilità dei cittadini di fare test antigienici rapidi. Lo screening è una parte fondamentale della gestione della pandemia. Oggi avremmo potuto renderlo più forte", è il commento amaro di Gianluca Castaldi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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