Maleducazione senza limiti e senza sesso

Maleducazione senza limiti e senza sesso

Nel 1300 papa Bonifacio VIII organizzò il primo giubileo, ripescando un'antica tradizione ebraica di cui non esisteva traccia in quella cristiana. Chiunque andasse in pellegrinaggio a Roma, in quell'anno, avrebbe avuto la remissione dei peccati. Era un buon affare per i pellegrini e lo fu anche per curia e città: «Molto tesoro ne venne alla Chiesa, e i romani per le loro derrate furono tutti ricchi», scrisse un cronista. Giovanni Villani, altro cronista, tramanda che i commercianti mostrarono grandi capacità di frode: il macellaio, «mescolava e vendeva con sottili inganni la mala carne con la buona», mentre gli albergatori «facevano jacere» sei o sette persone in un letto che ognuno degli sciagurati aveva affittato per sé o, al massimo, per dividerlo con un altro pellegrino. Lo stesso accadrà nei successivi giubilei e più in generale con quei pellegrini che oggi chiamiamo turisti. È uno dei motivi per cui gli stranieri arrivano in Italia non solo a Roma - convinti in partenza che osti, alberghi e negozianti cercheranno di frodarli: come si teme di tutti i commercianti del mondo, ma una fama e un'esperienza secolare sono assai più robuste.

L'episodio romano dei due omosessuali bollati come «froci» nello scontrino di un ristorante non attiene alle piccole, odiose, astuzie venali, come quella del «coperto», inesistente in quasi tutti i paesi del mondo. Però è un altro segnale di quanto abitudini e pregiudizi inveterati siano duri a morire, anche se viviamo nell'epoca del politicamente corretto obbligatorio. Il quale, come tutti i cambiamenti forzati, pecca di eccessi ridicoli, costringendo tutti a un solo modo di esprimersi, in un'atmosfera di autocastrazione culturale collettiva.

Sì, ma definire «omosessuali» due clienti, sullo scontrino di un ristorante, è indubbiamente offensivo e discriminatorio, oltre che cafone. Definirli «froci», poi, è un'aggressione sociale e culturale, trattandosi di termine dispregiativo. L'episodio dimostra, ce ne fosse bisogno, che il politicamente corretto è una coperta corta, se copre la testa non copre i piedi e viceversa: nel loro ambito le persone continuano a usare i termini quindi le opinioni e i giudizi - che meglio rappresentano le loro idee, spesso piccine. E che non sarà l'educazione forzata a fare cambiare quelle idee antiche di secoli, se non di millenni.

Ciò detto, è d'obbligo un'altra riflessione. Hanno licenziato il cameriere, e hanno fatto bene. Non tanto per l'oltraggio al politicamente corretto, ma perché era uno sciocco pericoloso per il buon andamento del ristorante; avesse scritto «malvestiti» sarebbe stato lo stesso.

Allo stesso modo mi sembra un'idiozia uguale e contraria chiedere che venga ritirata la licenza al ristorante. Lo ha fatto un'organizzazione Lgbt rivolgendosi alla sindaca (esempio di politicamente corretto linguistico) Virginia Raggi, fornendo così un perfetto esempio di fanatismo politicamente scorretto.

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