Ormai ci speravano in pochi, ma alle 22 di ieri sera il flash di agenzia annuncia la notizia che si attendeva da oltre due anni: «Liberati padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio».
Nel giro di pochi minuti in rete giungono anche i dettagli: «Il portavoce del presidente del Mali ha annunciato che due ostaggi italiani sono stati liberati da militanti jihadisti. Si tratta di padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio». E poi: «Fonti dei servizi segreti italiani confermano l'operazione, condotta da personale dell'Aise in collaborazione con le autorità maliane». Padre Maccalli, della diocesi di Crema, fu rapito il 17 settembre del 2018 in Niger, in una missione a circa 150 km dalla capitale Niamey.
In aprile il quotidiano Avvenire aveva pubblicato un video in cui appariva il sacerdote lombardo prigioniero insieme a Chiacchio, del quale si erano si erano perse le tracce, forse rapito durante una vacanza. L'identità dei due italiani liberati è stata confermata da un portavoce del governo maliano. L'annuncio giunge dopo che il governo ad interim del Mali ha rilasciato 100 jihadisti - sospettati o condannati - nel corso dell'ultimo fine settimana. Maccalli, religioso della Società delle missioni africane (Sma), era stato sequestrato due anni fa nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale del Niger, Niamey; Chiacchio, invece, era stato rapito mentre viaggiava come turista. «Maccalli e Nicola Chiacchio sono vivi», aveva scritto il giornale della Cei il 6 aprile scorso, citando un filmato di 24 secondi che sarebbe stato girato nel nord del Mali pochi giorni prima. «Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo», si sentiva dire nel breve audio. Poi: «Mi chiamo Nicola Chiacchio». Il gruppo jihadista, che aveva contattato indirettamente il quotidiano dei vescovi, non si era identificato. Non si hanno conferme circa il pagamento di un riscatto. Ma, come in situazioni analoghe, a probabilmente il rilascio è avvenuto in cambio di soldi. Denaro che, con altrettanta probabilità, servirà a finanziare la causa dei terroristi jihadisti. La Missione di Bomoanga dove prestava la sua opera padre Maccalli è presente in Mali dagli anni '90 con un impegno di promozione e sviluppo attraverso le sue «cellule di base» o CSD (Comité de Solidarité et Developpement) nei villaggi afflitti da povertà e malattie. A suo tempo l'agenzia Agi riferì la testimonianza di un missionario indiano, padre John Arokiya Dass, che fece luce sulla dinamica del sequestro: «Il 17 settembre intorno alle 21.30 ho sentito gente entrare nel nostro campus, urlando e ululando, ma ho pensato che fosse qualche posseduto portato da lui per la guarigione. Ho sentito Gigi che ripeteva sortez, sortez, dopo di che ho sentito degli spari».
«Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti in Africa sono liberi e stanno rientrando in Italia! Grazie al nostro comparto di intelligence, in particolare all'Aise, e alla Farnesina ItalyMFA per questo risultato», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Bellissima notizia la liberazione di Padre Maccalli e Nicola Chiacchio», ha aggiunto, sempre su Twitter, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
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