Milano. «È un complotto! Una estorsione!». Probabile complice la paura che avanza, la sua personalissima strategia difensiva - che cominciava a fare acqua da tutte le parti - gli aveva preso un po' la mano. Così, incurante di poter essere intercettato, chiamava tutti Antonio Di Fazio, 50 anni, amministratore unico dell'azienda farmaceutica milanese «Global Farma», divorziato e padre. Dall'altro capo del telefono amici, parenti, collaboratori. «C'è questa ragazza che mi ha messo in un casino, mi sta ricattando...Mi ha chiesto 500mila euro, io glieli ho rifiutati e lei è corsa dai carabinieri a sporgere denuncia, sostiene che l'ho violentata, figurati».
La giovane in questione - una 21enne siciliana che studia alla Bocconi, violentata alla fine di marzo, come dimostrano gli accertamenti a cui è stata sottoposta alla clinica ginecologica Mangiagalli - ha portato a galla una vicenda che potrebbe fare di questo professionista incensurato un criminale «seriale». Un soggetto che, utilizzando dosi massicce di benzodiazepine (in casa, un'abitazione di ampie dimensioni del centro città, gli hanno trovato in un'anta a scomparsa ricavata nel muro due confezioni di un ipnotico, il «Bromazepan») stordiva le sue vittime per poi spogliarle, abusare di loro, fotografarle e filmarle, come dimostra ampiamente il materiale rinvenuto nel corso delle indagini. Immagini e video di ragazze nude, prive di sensi, con gli occhi sbarrati che l'accusato non esita a toccare nelle parti intime mentre le immortala.
La studentessa ha spiegato di essere stata presentata a Di Fazio tempo prima, da amici comuni. Saputo che frequentava la Bocconi, l'imprenditore l'aveva quindi invitata a contattarlo perché la ragazza era interessata a uno stage informativo nella sua azienda e lui si era dichiarato disponibile in tal senso. La sera del 26 marzo l'aveva quindi invitata a un incontro tra imprenditori del settore farmaceutico della «Global Farma» che doveva tenersi a casa sua, dove la ragazza sostiene di essersi invece trovata sola con lui e di aver iniziato a sentirsi male dopo aver bevuto prima uno «strano» caffè, quindi di aver perso completamente i sensi per un succo d'arancia che Di Fazio le avrebbe offerto dopo il primo malore provocatole proprio dal caffè. Una volta incosciente l'uomo l'avrebbe spogliata e per diverse ore avrebbe abusato di lei, fotografandola e filmandola. La vittima spiega quindi di essersi risvegliata a casa propria ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera prima. Ha sporto denuncia il giorno successivo.
Inchiodato dalle immagini e dai filmati da lui stesso realizzati (ma anche dalle sequenze delle telecamere e dalla ricostruzione dei suoi movimenti realizzata grazie al gps dello smartwatch della ragazza) Di Fazio è stato arrestato l'altro ieri dai carabinieri della compagnia Porta Monforte e adesso è in carcere a San Vittore con accuse pesantissime: sequestro di persona, lesioni aggravate e violenza sessuale aggravata.
Proprio davanti al materiale fotografico e ai filmati, gli inquirenti sospettano che dal 2019 l'uomo abbia narcotizzato e stuprato almeno «4/5 ragazze». E lanciano un appello a denunciare chi sospetta di poter essere rimasta vittima dell'uomo chiamando il numero della caserma di viale Umbria: 0262766501.
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