Manovra, il bluff dei tagli ai ministeri

Il sacrificio vero imposto alla macchina del governo, cioè ai ministeri, si limita a 103 milioni di euro

Manovra, il bluff dei tagli ai ministeri

Nuova stretta sui ministeri. Ma solo a parole. La spending review del governo ammonterà nel 2016 a circa 7 miliardi di euro ed oltre 3 miliardi arriveranno direttamente dalla riduzione delle disponibilità dei dicasteri. In pratica da tagli lineari. La vera e propria revisione della spesa, intesa come efficientamento dei processi, ammonterà invece, secondo le dichiarazioni del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, a poche centinaia di milioni di euro, visto che anche dalla razionalizzazione
degli acquisti di beni e servizi deriveranno l’anno prossimo risparmi complessivi per poco più di 200 milioni. La legge di stabilità è, ancora in queste ore, all’esame del Quirinale e dovrebbe arrivare in Parlamento per essere incardinata in Senato lunedì o al massimo martedì. La fisionomia della manovra si arricchisce però nel frattempo progressivamente di dettagli, grazie anche alla relazione tecnica, che specifica l’impatto finanziario di ogni misura.

Insomma, come spiega il Corriere, "il sacrificio vero imposto alla macchina del governo, cioè ai ministeri, si limita ad appena 103 milioni di euro, cioè al risparmio dovuto all’ulteriore spinta sulla centralizzazione degli acquisti. Poi ci sono i risparmi dovuti al blocco del turn-over, cioè delle assunzioni, nel settore pubblico: 43 milioni nel 2016, che salgono a 156 nel 2017.

Altri tagli, per 23 milioni, riguardano gli stanziamenti per la Presidenza del Consiglio (ci sono 3 milioni in meno per l’editoria, 3,4 per il servizio civile, 3,7 per le aree urbane, 2,2 per la famiglia e 2,8 per le pari opportunità)".

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