La terza manovra del governo Meloni è legge. Con la consueta accelerazione last minute e il contingentamento dei tempi necessario a chiudere la questione entro la fine dell'anno, arriva il via libera dell'Aula del Senato alla fiducia chiesta dal governo. L'esecutivo incassa 112 voti favorevoli alla fiducia, 67 contrari e un astenuto. Il provvedimento in sé riceve 108 voti a favore, 63 no e una astensione. L'ok alla Camera era arrivato prima della pausa natalizia.
«Meno tasse per lavoratori e imprese», è questo il leit motiv dei commenti che risuonano nel governo e nel centrodestra, con particolare enfasi sul taglio del cuneo fiscale che diventa strutturale e sui maggiori fondi per la sanità. Giorgia Meloni batte invece sul tasto della serietà ritrovata, nella consapevolezza che la scelta di una manovra sobria significa rafforzare la fiducia dei mercati, tenere basso lo spread, favorire l'acquisto dei titoli di Stato italiani da parte dei grandi fondi e in ultima analisi avere una spesa per interessi minore. Insomma l'idea è quella di far capire che non si tratta di una scelta che solo un valore politico, ma anche un valore economico. «È un altro passo in avanti per costruire un'Italia più giusta, forte e competitiva», ha commenta il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sottolineando che si tratta di «una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere». «Abbiamo utilizzato le limitate risorse a disposizione prosegue la premier per rafforzare le principali misure introdotte in questi anni, rendendone alcune strutturali e con una platea più estesa, a partire dal taglio del cuneo fiscale. Abbiamo proseguito sulla strada del sostegno alla natalità e del lavoro femminile, e siamo intervenuti a sostegno delle imprese che investono e rafforzano la propria solidità. Teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma, e diamo ancor più slancio al nostro impegno per combattere la vera evasione e gettare le basi per un rapporto nuovo tra Stato e cittadini».
Matteo Salvini, invece, sottolinea che «una manovra che aumenta gli stipendi a tutti i lavoratori che guadagnano fino a 40mila euro all'anno vuol dire che entriamo in tante case e in tante famiglie, facendo qualcosa di importante». Forza Italia non nasconde la soddisfazione per il taglio liberale del provvedimento. Il ministro dell'Economia Giorgetti rimarca i tagli alla «spesa improduttiva» e agli «sprechi». Il «ricavato» - ha aggiunto - contribuirà ad aiutare «i più bisognosi», in particolare «i lavoratori dipendenti a reddito medio basso che anche quest'anno hanno un'ulteriore riduzione della pressione fiscale». Il leghista ricorda pure come le pensioni medio basse siano state «totalmente tutelate» al fine di recuperare gli effetti dell'«inflazione». E infine un monito legato agli aiuti per la natalità: «Un Paese senza figli, dove si invecchia - ha chiosato il ministro, parlando in serata con il Tg1 - non ha futuro». «Non solo non ha sviluppo economico - ha insistito - ma non ha futuro».
Per Marco Osnato (Fdi) « c'è tanto di cui essere orgogliosi: dalla maxideduzione al 120-130% per le nuove assunzioni al sostegno alla natalità, frutto di un impegno che ha già prodotto i dati sull'occupazione migliori di
sempre. Il 2025 sarà comunque denso di sfide: a partire dall'aumento dei costi energetici. Eppure, le maggiori economie dell'Eurozona sono in condizioni peggiori delle nostre: l'Italia può guardare al nuovo anno con fiducia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.