Renzi ci consegna alla Troika pur di vincere il referendum

Bruxelles pronta alla tregua. Ma la "procedura per deficit eccessivo" esporrà Renzi a una sorveglianza sempre più intrusiva dell'Ue

Renzi ci consegna alla Troika pur di vincere il referendum

Matteo Renzi sbraita, si infuria, batte i pugni sul tavolo. Ma è tutta maniera. Sfuriate di facciata, perché con Bruxelles avrebbe siglato una sorta di accordo per portare a casa il "sì" al referendum del 4 dicembre. Secondo fonti vicine al dossier sentite dal Corriere della Sera, infatti, i tecnici dell'Unione europea aspetteranno il 5 dicembre per esprimere le proprie "opinioni" sulle leggi di Stabilità, quella italiana inclusa. Prima di allora, insomma, a Roma non arriverà nessuna procedura di infrazione.

Come spiega Gian Maria De Francesco sul Giornale, gli ispettori di Bruxelles sono già al ministero dell'Economia per valutare il sistema Italia. A Roma non tira certo una buona aria. Si aspetta la lettera che preannuncerà il rischio di multe in caso non si riporti il deficit/Pil 2017 al 2,2% come promesso (e non al 2,3% come scritto nella legge di Bilancio) e non si trovino coperture stabili alle spese. Durante la campagna per il referendum sulle riforme costituzionali, però, Bruxelles cercherà di non infierire troppo sul dibattito italiano. "In concreto - si legge sul Corriere della Sera - una 'procedura per deficit eccessivo' non comporterebbe la rinuncia alla sovranità come accaduto alla Grecia - spiega - Parigi, Madrid o Lisbona sono da anni sotto procedura, senza che in superficie ciò trasformi la loro vita politica".

La "procedura per deficit eccessivo" espone il governo a una sorveglianza sempre più intrusiva da parte della Commissione Ue. Tuttavia - e questo è quello che interessa a Renzi - fino al referendum ci sarà una sorta di tregua. L'8 dicembre, poi, in occasione del Consiglio direttivo della Bce, che deciderà come e per quanto continuare gli acquisti di titoli di Stato, si tornerà a ballare. Solo allora, come spiega Antonio Signorini sul Giornale, pioverà sulle nostre teste una stangata da circa 3,5 miliardi di euro.

"Nel caso una vittoria del Sì, Renzi sarà in grado di reggere una manovra di aggiustamento, magari facendo marcia indietro su alcune scelte messe nella legge di Bilancio - si legge - nel secondo caso, vittoria dei No e crisi di governo, toccherà ai tecnici mettere mano ai conti dello Stato".

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